Ultime notizie

Sono i valori della Costituzione, se applicati, a determinare il valore di quanti ci governano

Sono i valori della Costituzione, se applicati, a determinare il valore di quanti ci governano

LETTERA AL GIORNALE Arrivo da una famiglia antifascista, mio padre fece la guerra in Grecia, molti suoi amici morirono per mano dei tedeschi, egli si salvò per miracolo. Oggi mio padre e mia madre non ci sono più, la loro storia se n’è andata con il tempo, non certo dimenticata, ma disciolta dagli avvenimenti.

Il mondo di oggi è pieno di pericoli e di insidie, è un mondo diviso tra chi ha molto e chi muore di fame o di sete. Il fascismo che aborriamo non è più quello delle camicie nere di mussoliniana memoria: quel fascismo appartiene a un’epoca del cinema muto.

Il fascismo che dobbiamo temere oggi è quello delle camicie bianche, quel fascismo che si insidia nei consumi e in una certa informazione, il fascismo che parla apertamente di guerra nucleare nella più grande indifferenza. Quel fascismo che non vediamo e non comprendiamo, quello che si insidia nelle menti dei nostri figli. L’arroganza e l’ignoranza sono una forma di dittatura spietata che può nuocere e distruggere una vita, la criminalità organizzata che insidia intere comunità.

Molti Paesi, cosiddetti democratici, fanno uso di forme autoritarie di umiliazione, degrado, abusano della sottocultura e della povertà. L’ombra del fascismo che percepiamo ancora in bianco e nero, siamo noi, è spesso la proiezione di quello che viviamo e di quello che accettiamo senza battere ciglio.

 Bruno Murialdo, Alba

 

Gentile Murialdo, Gazzetta si è tenuta fuori dal bailamme mediatico che ha caratterizzato le ultime settimane su fascismo e antifascismo, proprio a ridosso del XXV aprile, festa anniversaria della Liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista. Anche quest’anno, con una classe politica nazionale abbastanza rimescolata, non si è rinunciato al solito teatrino dell’assurdo, che ripropone ideologie contrapposte, con accuse vicendevoli, edulcorazioni e manipolazioni della storia, che hanno il solo scopo di allontanare dalla verità, impedendo di fatto una riconciliazione nazionale e facendo ristagnare il Paese a livello culturale e politico, allontanando ulteriormente la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, anziché dargli slancio e prospettive per un futuro condiviso. Al fondo di questo modo di agire politico c’è sempre la miopia di una classe dirigente ancorata alle poltrone, la quale pensa di trarre il massimo profitto con il minimo sforzo, che guarda alle prossime elezioni anziché alle prossime generazioni, prigioniera di lobby e corporazioni e incapace di rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Una visione della politica e della comunità civile agli antipodi dei padri costituenti: il rifarsi a nostalgie e colpe del passato, a destra come a sinistra, dimostra la mancanza di coraggio a tirare fuori gli scheletri dagli armadi, a prenderne seriamente atto nel bene e nel male e, soprattutto, a ricostruire il Paese sui valori che proprio la Costituzione ha chiaramente ribadito e che il presidente Mattarella non si stanca di ribadire. Non servono giri di parole e paginate di giornali per dire che chiunque governa l’Italia giura sulla Costituzione antifascista, né serve omaggiare martiri del comunismo all’estero per far dimenticare i saluti a mano tesa, i busti o i pellegrinaggi alla tomba del Duce, il revanscismo di gruppi organizzati all’ombra di simboli e spedizioni squadriste. Il nostro territorio è disseminato di memorie e luoghi legati a persone vittime del fascismo, di testimonianze della Resistenza alla quale hanno preso parte uomini e donne con idee diverse, ma uniti dal desiderio di costruire un Paese più maturo, libero e democratico: sarebbe un peccato tradire con l’oblio il sacrificio di queste persone, oltre che un danno per il nostro futuro.

g.t.

Banner Gazzetta d'Alba