Bilancio regionale: il Governo blocca l’assegnazione dei fondi per i pagamenti in sanità

Contestata la suddivisione fino al 2032 delle risorse, per un totale di 1,5 miliardi di euro, necessarie a coprire i ritardi nei tempi di pagamento dei fornitori delle Asl

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TORINO Nel grattacielo della Regione Piemonte era atteso il provvedimento del Consiglio dei ministri che, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha impugnato la legge regionale che contiene il bilancio di previsione per il periodo 2023-2025 poiché alcune disposizioni sono in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione sulle competenze locali e quelle statali.

Il Consiglio dei ministri del 22 giugno ha anche impugnato una legge regionale della Calabria sui noleggi senza conducente e una della Sardegna sull’assistenza primaria.

Interlocuzioni con il Governo sui ritardi dei pagamenti in sanità

Andrea Tronzano
Andrea Tronzano

«È un atto ampiamente previsto. Non è l’impugnativa del bilancio, ma di un singolo articolo, il numero 8, su cui da mesi sono in corso interlocuzioni con il Governo perché ci sono diversità di interpretazione», spiega l’assessore al bilancio, Andrea Tronzano.

Ciò che viene contestato è la possibilità di spalmare fino al 2032 il trasferimento alle aziende sanitarie regionali delle risorse, per un totale di 1,5 miliardi di euro, necessarie per coprire i ritardi nei tempi di pagamento dei propri fornitori. Si tratta di un accordo siglato dalla precedente amministrazione che prevedeva nei primi anni una rata bassa, e a partire dal 2023 un suo incremento a oltre 200 milioni ogni anno, gravando così la maggior parte della spesa proprio su quest’ultimo periodo.

«Dal momento che le nostre aziende sanitarie vengono riconosciute dal monitoraggio in capo al Ministero della salute tra le più virtuose nel rispetto dei tempi di pagamento dei fornitori, la Regione ha stabilito, con l’articolo 8, di portare al 2032 il completamento del fondo riducendo a circa 90 milioni di euro la cifra destinata per questo scopo ogni anno, senza diminuire il budget totale destinato alle aziende sanitarie», sottolinea Tronzano. «Tutto questo per evitare di avere risorse importanti inutilmente bloccate, e dover di conseguenza ridurre quelle per partite fondamentali del bilancio come, a esempio, il trasporto pubblico locale, le agenzie formative, la cultura e lo sport».

Ora la partita si sposta a Roma: «Si tratta di una scelta che gli uffici di bilancio della Regione ritengono pienamente legittima, nel rispetto della normativa vigente. L’obiettivo ora è giungere a una condivisione che possa portare al superamento dell’impugnativa», conclude l’assessore.

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