Polemiche social per il bando sulla nuova gestione della cantina comunale di Verduno

Il futuro della cantina comunale del vino Verduno Pelaverga fa discutere e divide l’opinione pubblica.

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VERDUNO Il futuro della cantina comunale del vino Verduno Pelaverga fa discutere e divide l’opinione pubblica. La concessione all’attuale gestore, Nadia Balbo, era iniziata a fine agosto 2013 e terminerà domenica 25 giugno. Per questo il Comune ha indetto un bando che permetterà di trovare per il prossimo quinquennio un nuovo gestore dell’attività avviata nei locali dell’ex scuola in piazza Canonico don Borgna.  La procedura di gara a evidenza pubblica permetterà di individuare un nuovo operatore economico che potrà proseguire le attività della cantina comunale garantendo anche alcuni nuovi servizi.

Le spiegazioni della sindaca Marta Giovannini

«Ai nuovi gestori abbiamo richiesto di aumentare i servizi offerti. Diventare una bottega dei servizi permetterà di offrire un aiuto maggiore a tutti quei cittadini che non hanno la possibilità di spostarsi per acquistare generi alimentari di base», spiega la sindaca Marta Giovannini. Il nuovo gestore dovrà assicurare alcune attività primarie come la promozione dei vini di Verduno e i prodotti gastronomici locali, ma anche favorire iniziative di carattere culturale, turistico ed enologico. Tra le attività principali rientra anche la ristorazione.

Casa Ciabotto non ci sta al cambio di gestione

La scadenza della concessione era stata annunciata da tempo e il Comune aveva promosso alcuni incontri informativi sul tema, ma Casa Ciabotto (l’attuale attività presente nei locali comunali), non ci sta al cambio di gestione, tanto da aver lanciato sui social una campagna guidata dall’hashtag #iostoconcasaciabotto. Sono tanti i sostenitori che hanno aderito alla causa e che supportano in questo momento chi da dieci anni è alla guida dell’attività, diventata un punto di riferimento per la comunità verdunese e non solo. Le motivazioni della resistenza non sono ancora chiare poiché, per ora, non è stato possibile avere informazioni dirette dai gestori.

Intanto, la sindaca ribadisce che la partecipazione al bando era aperta a tutti e che il canone mensile di 1.300 euro (15.600 annui) richiesto dal Comune e comprendente anche il dehors antistante,  è commisurato con i prezzi del mercato. L’assegnazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa in grado di individuare il miglior rapporto qualità/prezzo. «Proseguiamo seguendo il tradizionale iter del bando fino all’assegnazione. Per legge non è possibile fare altro», spiega Giovannini.

Elisa Rossanino 

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