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«Confusione e irresponsabilità altro che semplificazione urbanistica»: Marello critica la nuova legge

 Approvato uno strumento proposto dal gruppo Pd che prevede contributi a sostegno della capitalizzazione delle piccole e medie imprese

URBANISTICA Il Governo nazionale, nel luglio 2022, aveva impugnato la nuova legge edilizia del Piemonte davanti alla Corte costituzionale.  Il Consiglio dei ministri bocciava 29 articoli (metà della legge) perché, in contrasto con la normativa statale in materia di governo del territorio, beni culturali, paesaggio, tutela dell’ambiente, della concorrenza, della salute e perché viola una serie di articoli della Costituzione nonché i principi di leale collaborazione, ragionevolezza e buon andamento dell’amministrazione.

«È passato un anno senza che la maggioranza scegliesse di adeguarsi ai rilievi del Governo, lasciando Comuni, operatori del settore, imprese e cittadini nell’incertezza legislativa e bloccando di fatto gli interventi di rigenerazione urbana ed edilizia», commenta il consigliere regionale del Pd ed ex sindaco di Alba Maurizio Marello dopo che la Commissione competente ha licenziato il testo che modifica quel provvedimento e ha chiesto il dibattito urgente in Aula per l’approvazione. «Dopo tutto questo tempo si apportano solo in parte le correzioni e le abrogazioni chieste dal Governo: infatti la destra ha deciso di mantenere sette articoli che avrebbero dovuto essere cancellati sottoponendosi al giudizio della Corte costituzionale nei prossimi mesi».

«Il caos continua» aggiunge il consigliere del Pd Domenico Rossi. «Dopo un anno di incertezza si disconosce il lavoro di mediazione fatto con il governo presentando emendamenti non concordati e, ancora una volta, prevale la posizione della Lega sulla proposta di Giunta. Nell’intento di difendere norme assolutamente pericolose per il Piemonte, la Giunta “sfida nuovamente il Governo” protraendo una situazione di incertezza normativa che dura da oltre un anno. Altro che semplificazione legislativa. In Aula martedì continueremo a batterci contro quello che è un vero e proprio scempio per un settore strategico per le nostre città ed i nostri territori».
«Di fronte all’impugnativa del Governo avrebbero solo dovuto abrogare la legge Marin e portare avanti finalmente il disegno di legge del l’assessorato, che giace nei cassetti, e di cui il Piemonte ha tanto bisogno. Ma anche su questo Cirio tace per non turbare gli equilibri della sua maggioranza politica», concludono i consiglieri.

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