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Crisi Egea: si attende ancora una proposta

Vertici Egea al lavoro mantenendo un profilo basso per poter arrivare alla soluzione migliore per tutti. Ma per il momento non ci sono novità

La Procura di Asti conferma: nel caso Egea sono quattro gli indagati 3

ALBA In un’estate già molto calda, la situazione di Egea è rovente. La conferma viene dal presidente del consiglio di sorveglianza Giuseppe Rossetto: «Siamo stati al lavoro senza concederci ferie, mantenendo un profilo basso per poter arrivare alla soluzione migliore per tutti. Per il momento, comunque, non ci sono novità».

Se c’è una certezza, questa riguarda la data di venerdì 15 settembre, termine ultimo per depositare le offerte vincolanti per eventuali realtà interessate a diventare il nuovo socio di maggioranza del colosso albese. Dopo la rinuncia di A2a, arrivata in seguito alle notizie sulle indagini della Procura di Asti relative a possibili reati di falso in bilancio e false comunicazioni, restano due contendenti in ballo: Iren e Dk. In realtà, le offerte potrebbero arrivare anche prima della scadenza.

Sono trascorsi 17 mesi da quando l’ex sindaco di Alba e oggi consigliere regionale Maurizio Marello aveva reso pubbliche le voci relative a una possibile cessione di un ramo di Egea a Iren. Un anno dopo, lo scorso marzo, i maggiori giornali del Nord Italia avevano rivelato una situazione debitoria per l’azienda multiservizi: difficoltà confermate, in una seduta della terza commissione consiliare ad Alba, dal- l’amministratore delegato di Egea commerciale Marco Meo. In quella circostanza si parlò di un primo finanziamento da 70 milioni di euro, ottenuto da una cordata di banche, necessario per un’opera di risanamento, e della ricerca di nuovi investitori, con un’apertura all’azienda energetica lombarda A2a.

Con l’ispezione della Guardia di finanza di Torino nella sede di corso Bixio ad Alba, la mattina del 14 giugno 2023, si è aperto un nuovo capitolo nella vicenda, seguita dalle ipotesi di reato formulate dalla Procura di Asti e dalle indagini su 4 dirigenti. A distanza di due mesi dai fatti, la multiservizi si è detta disposta a collaborare agli accertamenti giudiziari, mentre sul piano economico, a giugno, è stata attivata la composizione negoziata, procedimento volto al risanamento delle aziende in difficoltà, attraverso il supporto di un esperto. In questo caso, si tratta di Riccardo Ranalli, commercialista torinese, che è tra i massimi esperti di gestione delle crisi di impresa.

Con lo scopo principale di rendere Egea nuovamente meritevole di fiducia da parte delle banche e degli imprenditori, si è proceduto a una riorganizzazione dei vertici: pur mantenendo la presidenza, Pier Paolo Carini si è dimesso da amministratore delegato. Al suo posto siede ora Paolo Pietrogrande, entrato nel consiglio di gestione al posto del dimissionario Giuseppe Pinto. L’unica delega in mano a un altro consigliere, Giovanni Valotti, riguarda la ricerca di un nuovo socio del gruppo. Per quanto concerne la pubblicazione dei bilanci, si attenderà l’ingresso della nuova realtà.

Come aveva già confermato Rossetto, a differenza del bilancio relativo al 2021, il migliore della storia del gruppo, quello del 2022 si è rivelato il peggiore di sempre, principalmente per le difficoltà legate al caro energia. Anche nella parte relativa all’edilizia si sono avute grosse difficoltà, con problemi di mancanza di liquidità per pagare i fornitori. Situazione che, in caso di una riapertura delle linee di credito da parte delle banche, potrebbe modificarsi.

D’altronde, sempre riferendosi alle parole di Rossetto per Egea commerciale, nel 2023 «si è registrata una svolta positiva rispetto al- l’annus horribilis del 2022».

Davide Barile

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