Il Museo del Cinema apre il caveau, oltre 1 milione di pezzi

Il Museo del Cinema apre il caveau, oltre 1 milione di pezzi
(foto scaricata da sito ANSA)

TORINO Il Museo Nazionale del Cinema ha aperto il 26 settembre in via straordinaria il proprio caveau di duemila metri quadrati nei sotterranei di una banca di Torino: vi sono conservati oltre un milione di pezzi che non hanno trovato posto alla Mole Antonelliana, al momento consultabili solo su appuntamento.

Si tratta di manifesti e locandine originali di film che hanno fatto la storia del cinema, come la Dolce Vita di Fellini o Senso di Visconti, in tutto quasi 540mila.

Ma anche di parte della collezione di fotografie che in tutto conta 1 milione e 155mila scatti, e di memorabilia acquistate nel tempo, soprattutto alle aste, o ricevute in donazione. Ed è quest’ultima collezione, fatta di oltre 26.200 pezzi, quella che potrebbe maggiormente destare l’interesse degli amanti del cinema.

Catalogati e inscatolati in decine e decine di armadi, si possono scovare cose come il beauty case di Marilyn Monroe, la spada di Excalibur, la mantella indossata da Marcello Mastroianni nell’Enrico IV, il costume di Peter O’Toole per Lawrence d’Arabia. Ma anche le pistole usate in Pulp Fiction, le bottiglia e i bicchieri dei Flintstones, e perfino il bambolotto voodoo e la testa di scimmia usati in un film di Indiana Jones.

Sono nel caveau anche parte dei pezzi che compongono la collezione di archeologia del cinema: ottomila vetri per lanterna magica, 350 vedute ottiche, collezioni del teatro d’ombre, dispositivi ottici e relativi al movimento.

«Il caveau – spiega il presidente del Museo, Enzo Ghigo – era stato chiuso nel 2018 per problemi legati all’impianto di aerazione. Ora è stata rifatta tutta l’impiantistica e i locali sono tornati agibili per il nostro personale. Tutte le collezioni sono quindi d’ora in poi consultabili su appuntamento, e il prossimo anno cercheremo di inserire una visita a questi locali nell’iniziativa della Notte degli Archivi, così che più persone possano vedere i pezzi che conserviamo. Tutto il materiale è anche a disposizione per le mostre che vengono fatte in giro per il mondo».

Ansa 

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