L’amore a Dio si concretizza nell’amore al prossimo

L’amore a Dio si concretizza nell’amore al prossimo
Dio consegna la Legge a Mosè, mosaico del IV secolo, Roma basilica di Santa Costanza. Gesù nel suo Vangelo sintetizza la Legge e i Profeti nell’unico comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo.

PENSIERO PER DOMENICA – XXX TEMPO ORDINARIO – 29 OTTOBRE

Ogni tanto le letture bibliche domenicali ci invitano a ripassare i fondamentali della vita e della fede, cioè quei comportamenti-base senza cui non ci sarebbe vita e che rischiamo di dimenticare: mangiare, bere, dormire, relazioni di fiducia con altri… Se guardiamo agli orrori della guerra in corso in Palestina, registriamo il venire meno di queste regole-base, definite già da Ugo Grozio agli inizi del 1600, ribadite dalla Convenzione di Ginevra e recepite dall’Onu. Ma la parola di Dio, mentre ci aiuta a leggere la storia, parla anche a noi. Ascoltiamola! 

L’amore a Dio si concretizza nell’amore al prossimo
Dio consegna la Legge a Mosè, mosaico del IV secolo, Roma basilica di Santa Costanza. Gesù nel suo Vangelo sintetizza la Legge e i Profeti nell’unico comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo.

L’amore a Dio, da solo, non basta. Nel Vangelo (Mt 22,34-40) Gesù, coinvolto dai farisei nella disputa sul primo comandamento, risponde che alla base di tutto deve esserci l’amore a Dio con tutto il cuore. Ma non si ferma qui. Sa benissimo che l’amore a Dio può diventare l’arma dei fanatici e dei fondamentalisti di ogni epoca e latitudine. In nome di Dio si sono commessi i delitti più efferati: dalle piramidi del sacrificio costruite dai Maia, al “Dio lo vuole!” dei crociati, dal grido dei terroristi suicidi allo sterminio di innocenti con bombe scagliate da distanza. 

Il test per verificare se e quanto amiamo Dio è l’amore al prossimo. Gesù lo ha proclamato solennemente a parole e lo ha esemplificato con la sua vita. Molto opportunamente, al brano di Vangelo è stato accostato, come prima lettura un passo dell’Esodo (22,20-26) che prospetta una serie di comportamenti estremamente concreti. Forse giova ricordare che questo testo è stato messo per iscritto da ex schiavi, reduci non dall’Egitto, ma da Babilonia: persone che avevano dovuto subire proprio quelle angherie che qui vengono condannate: l’oppressione dello straniero, il maltrattamento di mamme e bambini, l’usura… Amare il prossimo, attraverso gesti estremamente concreti, è un modo per esprimere il nostro amore a Dio. 

Una conferma viene da san Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi (1,5-10), in quelli che sono i primi versetti del Nuovo Testamento. L’apostolo loda i Tessalonicesi perché hanno saputo trasmettere la parola di Dio ricevuta da lui, con l’esempio. L’amore a Dio e al prossimo si trasmette “per contagio”. Questo può suonare come incoraggiamento per noi, tornati alla condizione delle prime comunità: piccoli gruppi, dispersi in un contesto pagano. Da queste piccole comunità – poche decine di persone! – strette intorno alla parola di Dio, è iniziata l’avventura cristiana che ha coinvolto anche noi, fino a oggi. Il cammino può e deve continuare.

 Lidia e Battista Galvagno

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