Igp per il Giandujotto di Torino in stallo: Lindt vuole inserire il latte tra gli ingredienti

Lind contro l'Igp per il Giandujotto di Torino: «Non

TORINO Il progetto volto a ottenere il riconoscimento di Indicazione geografica protetta per il Giandujotto di Torino «è in stallo perché il gruppo Lindt si oppone». Lo ha detto il segretario del comitato del Giandujotto di Torino Igp, Antonio Borra, venerdì 3 novembre al convegno Il cioccolato delle meraviglie: salute, benessere e felicità, organizzato nell’ambito di CioccolaTò.

Fra le richieste inaccettabili del gruppo svizzero, ha sottolineato Borra, quella di «inserire nel disciplinare il latte, ingrediente utilizzato solo dall’industria, perché il vero Giandujotto è fatto solo con tre ingredienti: nocciola, zucchero e massa di cacao».

Il progetto per l’Igp del giandujotto torinese è nato nel 2017 e ha il sostegno di 4 facoltà universitarie, di aziende come Ferrero, Venchi, Domori, Pastiglie Leone, e di cioccolatieri come Guido Gobino, Guido Castagna, Giorgio e Bruna Peyrano.

Dal palco di CioccolaTò Borra ha chiesto aiuto alla Città e alla Regione «per fare rete e ottenere il riconoscimento dall’Europa». Anche perché «oggi il Gianduiotto – ha sottolineato – vale 200 milioni di euro all’anno» e «un gruppo svizzero non può far naufragare un progetto europeo».

Durante il convegno il progetto ha ricevuto l’endorsement anche di Giorgio Calabrese, medico specializzato in scienza dell’alimentazione e presidente del comitato nazionale per la sicurezza alimentare, che si è impegnato a portare la questione in sede ministeriale.

Ansa

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