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Le piste ciclabili diminuiscono in città e sono poco curate: ecco quanto si potrebbe ancora realizzare

Le piste ciclabili diminuiscono in città e sono poco curate: ecco quanto si potrebbe ancora realizzare

LETTERA AL GIORNALE Caro direttore, ho letto l’inchiesta sulla mobilità “intelligente” riferita anche alla nostra città. Sono un albese che usa solo la bicicletta come mezzo di trasporto. Abbiamo la fortuna che, tranne le frazioni collinari raggiungibili con un po’ di sforzo fisico e un aiuto della tecnologia (e-bike), la nostra città si sviluppa in piano. Cosa manca allora per migliorare la vivibilità di Alba? Due cose: buona politica e volontà dei cittadini.

Si potrebbe obbiettare che mancano le strutture: ma è una mezza verità. Per esempio, il concentrico di Alba è costituito da una circonvallazione e un controviale alberato. Un tempo il viale era riservato a pedoni e biciclette; con transenne mobili contro le autovetture. Negli ultimi anni sono scomparse e il controviale è diventato un parcheggio tra viale Cherasca e via Tanaro. Questa sarebbe una naturale pista ciclabile che permetterebbe l’accesso al centro storico in sicurezza. Da San Cassiano (o da Gallo Grinzane), tramite corso Piave, si può raggiungere via Dario Scaglione o, utilizzando corso Europa, giungere sino al cavalcavia della ferrovia; queste non sono piste ciclabili in sicurezza ma si potrebbe intervenire con idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili. Un esempio si può riscontrare a Imperia (in via Argine Sinistro Goffredo Alterisio).

Da via Dario Scaglione, tramite via Ognissanti, si può giungere in corso Banska Bystrica e al passaggio a livello che collega circonvallazione e centro città. Corso Langhe ha un controviale che può essere utilizzato dalle biciclette; bisogna intervenire sugli automobilisti che lo considerano come loro seconda corsia.

Sulla riva sinistra del Tanaro, corso Canale ha la sua pista; arrivati al rondò purtroppo il ponte Albertino è un ostacolo che, solo con la buona politica, si può superare; la nuova bretella che dovrebbe collegare viale Industria con il ponte Albertino; la rete di stradine secondarie che da Baraccone portano ad Alba potrebbero essere segnalate come alternative per il traffico ciclabile. Cosa manca? Una visione di insieme.

Le biciclette in centro sono state bandite! Le infrastrutture come rastrelliere (vedere piazza Ferrero il sabato mattina) e parcheggi in sicurezza sono inesistenti; le stazioni di ricarica per e-bike sono piazzate in luoghi poco sicuri.

Bisognerebbe mettere le piste ciclabili in “rete”. A volte basta copiare: Pesaro è un esempio con la sua Bicipolitana (sito Web del Comune). La manutenzione è inesistente: bisogna spazzare le piste; curare il manto stradale ed eliminare le erbe infestanti. Le piste di viale Industria e corso Barolo sino a Gallo Grinzane sono coperte di vegetazione.

Solo dopo un lavoro propedeutico alla viabilità intelligente si potrà andare nelle scuole, nei luoghi di lavoro e proporre un modo diverso per spostarsi. Con slogan e annunci di progetti faraonici si prendono in giro i cittadini. E non si fa nulla per migliorare la vivibilità in città.

Pierangelo Bonardi

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