Undici sfratti al giorno in Piemonte

«Perdere l’abitazione è l’espressione più seria della povertà e dell’esclusione»

Undici sfratti al giorno in Piemonte

ALBA A fine ottobre dello scorso anno, quando Roberta ha guardato la luna in un bosco vicino a Montelupo, si è accorta che non sapeva più sentire la voce del cielo. Dice proprio così: sentire la voce del cielo. Ovvero ascoltarne il battito, il respiro, entrare in connessione. Lavorava troppo. Poi, la sera, quando tornava a casa, c’erano i figli: Greta di 5 anni ed Edoardo di 8. Piano piano, con lo stress, Roberta aveva smarrito «l’emozione. Non provavo più meraviglia né senso di appartenenza al mondo. Così, ho smesso di lavorare».

La donna ha allora recuperato umanità, magia e respiro. Le sue parole: «Purtroppo, però, mi sono trovata in difficoltà economica. Anche perché, nel frattempo, io e mio marito ci siamo lasciati. Non sono riuscita a pagare l’affitto per tre mesi: il proprietario ha minacciato lo sfratto. Un’amica mi ha aiutata e ho scampato il peggio. Non siamo arrivati al punto di aprire la porta al- l’ufficiale giudiziario, di finire in strada. Eppure, non mi sono mai sentita così “straniera” nel mondo. La minaccia di essere costretti a lasciare la propria casa con la forza è difficile da immaginare».

I dati appena pubblicati dal Ministero dell’interno raccontano che la fragilità è in incremento anche nella nostra regione, che le politiche per battere la povertà non sono sufficienti, che la ricchezza è male distribuita. Le vicende simili a quella di Roberta si moltiplicano.

Secondo le statistiche ufficiali, lo scorso anno in Piemonte sono stati eseguiti 4.069 sfratti, vale a dire oltre undici al giorno. La causa principale è il mancato pagamento dell’affitto, ma anche il mancato rinnovo del contratto di locazione può determinare l’allontanamento delle famiglie dalla casa in cui abitano. Si tratta spesso di nuclei che non riescono a trovare un nuovo alloggio perché mancano immobili da locare oppure perché non hanno sufficienti garanzie economiche da mostrare ai proprietari. Va detto che subire uno sfratto significa affrontare la violazione di un confine, l’intrusione nella propria sfera fisica e psichica. Lo sradicamento dal luogo in cui ci si identifica può provocare ferite difficili da cicatrizzare, sia negli adulti che nei bambini. Eppure, la variazione del numero degli sfratti in Piemonte rispetto al 2021 registra l’incremento del 251 per cento, anche a causa del venir meno del blocco ordinato dal Governo durante il periodo pandemico. Il numero di provvedimenti di allontanamento dalla casa in Piemonte è stato lo scorso anno il secondo più elevato d’Italia, dopo la Lombardia, con oltre 5.300 esecuzioni. In Italia il numero tocca quota 30.385, cioè oltre 83 al giorno. Sono i dati di una difficoltà diffusa, poco raccontata perché le fasce deboli non conquistano quasi mai l’informazione con le loro storie, le paure, le loro quotidianità.

Come leggere la situazione e affrontarla? Spiega il segretario di Sicet-Cisl Piemonte Giovanni Baratta: «La pesante situazione economica generata dalla pandemia ha aggravato la condizione economica di molte famiglie, che non sono più riuscite a fare fronte agli aumenti dei costi dell’abitazione. Perdere la casa e non riuscire a trovarne un’altra è la manifestazione più seria della povertà e dell’esclusione sociale». Prosegue Baratta: «Da tempo chiediamo che vengano rifinanziati i fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole e riteniamo fondamentale istituire cabine di regia presso le Prefetture interessando tutti i soggetti (Prefettura, Comuni, Tribunali, agenzie sociali per la locazione, Atc, rappresentanze degli inquilini e dei proprietari) per permettere la graduazione delle esecuzioni, garantendo alle famiglie sfrattate il passaggio da casa a casa».

Valerio Re

Mille famiglie cuneesi in attesa di un alloggio

Marco Buttieri, vicepresidente dell’Atc Piemonte Sud, spiega: «I numeri dell’emergenza abitativa in provincia di Cuneo sono stabili, piuttosto che in peggioramento, mentre sono in corso nuovi bandi per entrare nelle graduatorie che permettono di ricevere un alloggio in edilizia sociale (ovvero con canoni d’affitto agevolato, ndr)».

Marco Buttieri, vicepresidente dell’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte meridionale.
Marco Buttieri, vicepresidente dell’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte meridionale.

Sono peraltro un migliaio le famiglie cuneesi in lista d’attesa, 200 solo nell’Albese. Si tratta di nuclei che avrebbero diritto all’abitazione sociale ma non possono ottenerla per mancanza di immobili da parte dell’Atc, anche se «grazie ai fondi stanziati dalla Regione Piemonte abbiamo riqualificato diversi alloggi». Spiega ancora Buttieri, in tema di sfratti: «L’agenzia territoriale per la casa esegue gli sfratti per conto dei diversi Comuni, ma soltanto per i nuclei che, pur disponendo di un reddito, non pagano. Prima di arrivare al provvedimento si segue, comunque, la situazione insieme ai consorzi socioassistenziali, tanto che ci sono stati pochissimi interventi quest’anno. Il Fondo sociale regionale consente alle famiglie al di sotto dei 9.200 euro di Isee di avere un sostegno e, anche se l’aumento del costo della vita dovuto all’inflazione non aiuta, il provvedimento ha inciso».

Per affrontare il quadro di difficoltà esistono diversi strumenti di cui la nostra Atc si avvale. Il primo è costituito dall’operato delle associazioni di volontariato, che affiancano le famiglie. Inoltre, spiega Buttieri, «lavoriamo con il fondo sociale finanziato dalla Regione e dai Comuni. Per esempio, abbiamo riqualificato quasi mille alloggi con il Superbonus 110% sulle tre province: Asti, Cuneo e Alessandria. Questo significa che mille famiglie spenderanno in media il 50% di riscaldamento e luce in meno. Speriamo che la misura possa venire prorogata: sarebbe un bell’investimento su un patrimonio pubblico sul quale non si interviene da 40 anni».

Presto, tra l’altro, si terrà ad Alba un evento che potrebbe determinare importanti cambiamenti per il futuro: «Grazie alla presenza dell’Atc Piemonte Sud nella Giunta nazionale di Federcasa – la federazione che riunisce le 82 aziende pubbliche che amministrano gli immobili popolari italiani – si terrà al Alba il 14 dicembre l’assemblea nazionale, con un importante convegno atteso al teatro Giorgio Busca. Saranno presenti ministri e governatori, per dibattere sul tema del nuovo Piano casa. Presenteremo anche la nuova App creata per agevolare il rapporto con gli uffici dell’Atc e lo snellimento della burocrazia», annuncia Buttieri.

Insomma, nella difficoltà le istituzioni si attrezzano per escogitare un riparo, movimenti di recupero e minimizzazione del danno. Ma il nodo pare dimorare in un livello più profondo del sistema, nella natura delle regole dell’economia, del lavoro e della cultura.

v.r.

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