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Tre agenti del carcere di Cuneo intossicati e contusi dopo l’incendio causato da un detenuto

Pugni da un detenuto a Cuneo, agente perde i sensi

CUNEO Un detenuto di origine magrebina, in isolamento, ha dato fuoco al materasso per protestare e alla polizia penitenziaria, sono servite alcune ore per riportare il reparto del Cerialdo in sicurezza. L’autore dell’incendio di venerdì 29 dicembre ha anche opposto resistenza all’intervento dei tre agenti che cercavano di metterlo in salvo; li ha aggrediti sferrando calci e pugni.

Gli agenti  intervenuti sono rimasti intossicati e contusi e, per due di loro i sanitari del pronto soccorso hanno fatto ricorso all’ossigeno per alleviare i postumi dell’intossicazione. Al caso più grave sono attribuiti 10 giorni di prognosi e uno dei tre agenti è stato invitato a sottoporsi a esami specialistici dopo le cure a un ginocchio.

«Gli eventi critici non sembrano fermarsi, soprattutto nell’istituto a Cuneo», osserva il sindacato Uilpa della polizia penitenziaria. «Lavorare all’interno del sezioni detentive dell’istituto è diventato proibitivo: il numero esorbitante di eventi critici creano malessere e uno stress insostenibile. Sono troppe anche 6 ore in una situazione del genere, perché la qualità del lavoro è insostenibile e respingiamo fermamente la tendenza dell’amministrazione di costringere il personale a svolgere turni di 8 ore».

«Ci aspettavamo interventi concreti da parte del Governo per arginare il fenomeno delle aggressioni con strumenti e attrezzature antiaggressione e invece è arrivato un protocollo operativo di 300 pagine, irrealizzabile perché fornisce una serie di considerazioni che sembrano scritte da chi non è mai entrato in un istituto penitenziario», attacca la Uilpa che si complimenta con gli operatori presenti per la professionalità dimostrata.

«Il sindacato sottolinea i rischi eccessivi che vengono richiesti al personale nello svolgimento delle proprie funzioni; per quanto riguarda il mondo carcere, più volte si è tentato di sensibilizzare le istituzioni ad attuare i necessari cambiamenti, ma purtroppo, finora, si è assistito solo a degli sterili proclami. Si auspica che la salute di chi dedica la propria vita alla sicurezza del Paese torni ad essere al centro dell’interesse comune», conclude la nota sindacale.

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