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La casa in affitto è un lusso anche per chi ha un salario

Raddoppiate le richieste di aiuto alla Caritas. I proprietari preferiscono gli studenti. «Ci vuole un patto, si deve fare un passo indietro dai propri interessi»

La casa in affitto è un lusso anche per chi ha un salario

BRA All’ombra della Zizzola è di nuovo emergenza casa. A pochi giorni dalla pubblicazione del XXVII rapporto Caritas sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia, non possiamo rimanere indifferenti ai dati che emergono: nel Paese quasi 6 milioni di persone sono in povertà relativa o in una condizione a rischio e più di 1 milione vive in povertà assoluta. I numeri dicono che un residente su dieci non ha accesso a un livello di vita dignitoso ed è eloquente il titolo scelto per lo studio: Tutto da perdere.

La direttrice della Caritas interparrocchiale Claudia Alessandri, spiega: «La città di Bra è in media con questi numeri. Molti sono i problemi che ci scuotono: dalle povertà estreme, ai senza dimora; dalle politiche alimentari e della possibilità di accesso per tutti a un cibo sano ed equo, alle politiche del lavoro, sino ad arrivare agli effetti dirompenti della improvvisa abolizione di una misura universale di sostegno al reddito per le persone povere». Alessandri aggiunge: «In questo particolare momento storico ci sembra interessante porre l’accento su un fenomeno che i sociologi chiamano democratizzazione della povertà: ovvero una condizione diffusa di rischio di scivolare in una situazione di povertà anche per persone che fino a poco tempo fa potevano ritenersi al sicuro. Una categoria tra tutte: i cosiddetti working poors ovvero chi lavora ma ottiene un reddito molto basso, persone che pur avendo un salario stabile rischiano di finire in povertà. Anche nella nostra città i numeri del centro di ascolto Caritas ci restituiscono uno spaccato di questa realtà».

Prosegue Alessandri: «In particolare emerge un tema sul quale porre l’attenzione: quello della casa». Un alloggio in affitto sta diventando un bene pressoché irraggiungibile per molti cittadini che non sono affatto poveri, ma che anzi possiedono un reddito stabile. Aggiungono gli operatori: «Il nostro centro di ascolto ha registrato, nel corso di quest’anno, un aumento di quasi il doppio di richieste di aiuto o mediazione per trovare un alloggio in affitto. Nel tentare queste mediazioni, rileviamo un diffuso senso di sfiducia da parte dei proprietari, i quali nonostante gli incentivi e i contributi del Comune, e anche gli sgravi fiscali, preferiscono tenere vuoti gli appartamenti oppure affittarli esclusivamente a studenti e sanitari dell’ospedale di Verduno».

Conclude Claudia Alessandri: «La Caritas lancia questa sfida: nel 2024 pensiamo alla possibilità di costruire un percorso partecipato tra tutti gli attori coinvolti sul tema casa. Occorre stringere un patto tra proprietari, amministratori di condominio, agenzie immobiliari, rappresentanti degli inquilini, cooperative di edilizia agevolata, enti che possono mettere a disposizione spazi abitativi: un percorso in cui l’ente pubblico rivesta la funzione di garante e che ci conduca verso un patto di comunità, nel quale ciascuno faccia un passo indietro rispetto al proprio interesse privato a vantaggio di un bene più alto che è il bene comune».

Sette alloggi recuperati e messi a disposizione dell’Atc

«Per il secondo anno consecutivo il nostro Comune ha fatto un accordo con Atc (Agenzia territoriale per la casa), al fine di attivare gli interventi adeguati per rendere agibili alcuni alloggi di edilizia residenziale pubblica. Accordo che prevedeva di mettere a posto – nel corso dell’anno – 11 locali che necessitavano di interventi agli impianti oppure di piccole ristrutturazioni dai costi contenuti; le risorse sono state trovate con una quota pari a un 25% in carico al Comune e il resto al bilancio Atc che ha realizzato materialmente gli interventi». Lucilla Ciravegna, assessora comunale ai servizi alle persone, spiega come si sta affrontando l’emergenza casa.

Ciravegna aggiunge: «Sono stati 7 gli alloggi finora messi a posto e assegnati alle famiglie in graduatoria che hanno ricevuto una buona notizia prenatalizia. Ora proseguiamo con gli stabili che mancano». Poi continua: «È importante dire che a queste assegnazioni, si aggiungono numerosi alloggi che nel corso dell’anno si sono liberati per motivi diversi, dal ricovero in casa di riposo al trasferimento in altre abitazioni, che hanno consentito di rispondere a diverse persone, risolvendo situazioni che stavano diventando insostenibili, in alcuni casi anche con sfratti ravvicinati».

Il problema della casa è quello principale del territorio braidese: tante le segnalazioni all’ufficio del Comune e ai servizi sociali, oltre che alla Caritas, come spieghiamo nell’articolo sopra, sia per chi lamenta difficoltà nel pagamento di affitti e utenze sia per una fascia di popolazione, finora sconosciuta agli uffici, che lamenta difficoltà nel trovare affitti, anche a fronte di garanzie economiche e di lavori a tempo indeterminato. I motivi sono legati al blocco del mercato immobiliare, divenuto molto selettivo nella scelta degli inquilini.   v.m.

  Valter Manzone

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