FESTIVITÀ «Quest’anno avevo paura del Natale perché non sapevo come fare contenti tutti. Se fosse stato per me mi sarei limitato a stare con le persone. Ma in qualche modo sembra che ognuno, si aspetti un regalo. Allora ho risolto acquistando dei libri. Mi sembrava la scelta meno problematica». Così Luigi, un ragazzo di 30 anni che viveva ad Alba con la compagna, commenta il periodo di festività. «Inoltre quest’anno sono rimasto senza lavoro e non avevo molta capacità di acquisto. I soldi sono un problema per molti ragazzi di questo territorio, più di quanto si possa immaginare».
Secondo una stima di Altroconsumo pubblicata negli scorsi giorni, gli italiani presumevano di spendere 217 euro per i regali di Natale. Aggiungendo a questa cifra il costo dei viaggi, delle cene e del materiale per organizzare le feste si arriva a una media di 446 a persona. Un quarto delle persone tuttavia aveva intenzione di spendere meno rispetto allo scorso anno, visto che il carovita incide in maniera notevole sui bilanci domestici.
Un altro dato che emerge dalla ricerca è che il 33% del campione intervistato, una persona su tre, considera la ricerca di regali fonte di stress e l’acquisto delle merci si risolve per il 30% dei casi in oggettistica considerata “inutile”. Questi dati raccontano il lato “oscuro” e meno esplorato del Natale.
Secondo Roberta, una donna di 62 anni che vive ad Alba e che per la ricorrenza ha speso 600 euro tra i due nipoti e i figli, «la tradizione di acquistare beni è radicata nel tempo, anche per famiglie come la nostra che non sono affatto consumistiche. Ogni volta ci diciamo che quest’anno spenderemo poco, ma finiamo per spendere almeno 50 euro a testa. Io ho tre figli e due nipoti, poi due sorelle, un marito e qualche amico: è facile capire che la spesa lievita. Quest’anno tuttavia abbiamo dovuto stringere la cinghia. Sono appena andata in pensione, prendo 1.300 euro e le merci costano sempre di più».
Negli scorsi giorni è stata pubblicata un’indagine da Confesercenti regionale secondo cui i piemontesi hanno regalato rispetto allo scorso anno molti più libri: la spesa su questa categoria è aumentata del 20%. Questo potrebbe essere il segno della volontà di risparmio, visto che il libro di per sé rappresenta uno degli oggetti meno costosi e più solitamente più apprezzati come dono singolo.
Il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri ha dichiarato che «i consumatori che dichiarano di voler contenere la spesa per il Natale sono il 43%: una quota in diminuzione rispetto al 47% dello scorso anno, ma ancora rilevante». In altre parole, quasi una persona su due in Regione avverte un cambiamento peggiorativo rispetto alla propria possibilità d’acquisto.
Un altro fenomeno in atto riguarda il ricorso alle grandi piattaforme on-line, scelte dal 68% degli intervistati rispetto al 63% dello scorso anno. Giulia, una ragazza di 28 anni di Grinzane, dice che «quest’anno ho regalato dei buoni da 25 euro su una grande piattaforma a tutte le persone a cui volevo bene. Meglio un dono utile, anche se poco poetico. Non avevo la possibilità di spendere di più, in compenso ho scritto una lettera a tutte le persone a cui volevo bene. È stata un’occasione di verbalizzare sentimenti altrimenti poco visibili».
L’oggetto sembra venir meno in favore del simbolo, del sentimento. Il dono muta la propria essenza e manifestazione, in un’epoca in cui il meccanismo consumistico sembra veder vacillare le proprie basi.
Andrea Giuliano