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Le orchidee selvatiche del parco fluviale Gesso e Stura

Le orchidee selvatiche del parco fluviale Gesso e Stura

CUNEO Le orchidee selvatiche sono state oggetto di un incontro che si è svolto il 7 febbraio scorso alla Casa del fiume con l’assessore all’ambiente del Comune di Cuneo, Gianfranco Demichelis, e alcuni rappresentanti delle associazioni ambientaliste della Granda. Il parco fluviale Gesso e Stura ospita una ricchissima fioritura di orchidee selvatiche che negli ultimi anni si è rivelata essere una delle più importanti a livello provinciale.

Le prime furono trovate nel corso dei rilievi per la redazione dei piani naturalistici, nel 2019, ma fu solo l’anno seguente che Bruno Caula (Cuneobirding) trovò la grande fioritura di Anacamptis coriophora, una specie che un tempo si credeva crescesse solo a nord del Po. I successivi rilievi hanno permesso di identificare ben nove diverse specie di orchidee selvatiche, alcune presenti in centinaia di esemplari.

Tutta l’area della prateria arida si è rivelata estremamente interessante e di grande pregio naturalistico. Le macchie di Ligustro e di Viburno ne interrompono la continuità e creano, insieme ad altri arbusti, degli ambienti adatti a diversi uccelli, fra cui l’Averla piccola. Caprioli, tassi, lepri e ricci percorrono i prati, mentre il vicino greto ospita, per esempio, il corriere piccolo. Vi sono anche aree boscate a pioppo nero, salice bianco e roverella. Le piccole piante, seppure poco appariscenti, sono anch’esse molto interessanti, come la rara Parentucellia latifolia dai minuscoli fiori rossi che qui cresce con alcuni esemplari.

Purtroppo, negli anni passati le orchidee hanno rischiato di scomparire a causa di diversi problemi, in primis il pascolo abusivo. Nonostante i cartelli di divieto di pascolo, nel 2023 le pecore hanno brucato i prati proprio nel periodo di fioritura. Anche la perdurante siccità ha messo in grande difficoltà alcune delle specie più rare. Gli interventi delle associazioni hanno riguardato la vigilanza sul pascolo e la protezione delle singole piante con piccole recinzioni locali e innaffiature nei momenti più difficili.

Le orchidee selvatiche del parco fluviale Gesso e Stura 1

Il parco intende richiedere alla Regione la gestione diretta dell’area, il cui habitat dei prati aridi, come risulta dal Piano naturalistico del 2019, è individuato come prioritario ed inserito nell’allegato I della Direttiva Habitat. Alcune criticità si sono risolte, ma altre persistono e sono allo studio interventi di risistemazione dell’area, dei sentieri, delle radure e delle macchie ad arbusti, minacciati anche da specie invasive.

Durante l’incontro si è poi discusso di alcune altre aree interessate da progetti di riqualificazione tra cui il progetto intitolato “Recupero funzionale e miglioramento habitat perifluviali e fasce tampone sul fiume Stura di Demonte”, deriva dall’assegnazione di fondi nell’ambito del Bando Riqualificazione dei corpi idrici piemontesi.

Nell’incontro con le associazioni si è parlato degli interventi previsti sia in alveo sia sulle sponde, fra cui, per esempio, la rimodellazione del letto ove necessario, la rimozione dei guadi delle cave dismesse, la piantumazione di alberi per ricostruire le connessioni fra boschi ripariali venute a mancare dopo le ultime piene, stabilendo anche qui una linea d’azione comune per alcuni punti critici individuati sul territorio.

Inoltre il parco ha segnalato di essersi dotato di una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici: fra le azioni principali quelle tese a prevenire e porre rimedio al calo delle capacità produttive e alla diminuzione delle caratteristiche qualitative dei prodotti agricoli. ridurre e prevenire la perdita di habitat e biodiversità (fra cui rientra il caso delle orchidee, ma anche la conservazione delle zone umide come laghetti e risorgive), tutelare le risorse idriche dalla diminuzione delle portate e dal disseccamento, e infine supportare il settore turistico-sportivo e tutelarlo dalla modifica del regime idraulico e ridurre e prevenire il rischio idrogeologico, per esempio con la realizzazione delle nuove piste ciclabili in progetto e difese spondali.

Rimane al momento ancora irrisolta la questione della vigilanza su un’area di Parco naturale sempre più estesa che richiederebbe l’impiego di almeno due guardie a tempo pieno per il presidio del territorio e la gestione di alcune criticità come il pascolo vagante in aree di pregio naturalistico; anche in questo senso il Comune di Cuneo in qualità di ente gestore del Parco si sta attivando per una soluzione che possa essere sostenibile dal punto di vista finanziario.

 

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