Allarme tra Piemonte e Liguria per il parco eolico con pale alte 206 metri

Allarme tra Piemonte e Liguria per il parco eolico con pale altre 206 metri
La pala eolica di Sale Langhe è stata smantellata alcuni anni fa.

VALLE BORMIDA La prima pala eolica del Piemonte era stata installata nel 1995 da un privato in località Arbi, a Sale Langhe, vicino al cosiddetto palazzo rosso. Costata 900 milioni di lire, è stata smantellata alcuni anni fa. Sul poggio dove svettava, ora c’è una vigna.

Oggi si parla di impianti per l’energia eolica al confine tra Piemonte e Liguria, nei Comuni di Saliceto, Cengio e Cairo. A presentare il progetto è stata la società Windtek di Torino, intenzionata a installare sette pale sul Monte Cerchio, a un’altitudine variabile tra 650 e 760 metri sul livello del mare. Al Ministero dell’ambiente è in corso la valutazione di impatto ambientale e un buon numero di sodalizi locali (tra cui l’Associazione per la rinascita della Valle Bormida, l’Osservatorio per il paesaggio delle Valli Bormida e Uzzone, il Parco culturale alta Langa e Valle Bormida pulita) hanno presentato osservazioni, esprimendo perplessità sull’impianto.

Il cantiere richiederebbe circa trenta mesi di lavoro, con un notevole aumento del traffico pesante, sbancamento dell’area (si parla di 208mila metri cubi di scavi) e la realizzazione di una strada di accesso lunga 3 chilometri e 750 metri. Tra palo di sostegno e rotore le pale sarebbero alte 206 metri e le associazioni fanno notare che sovrasterebbero persino la punta più alta delle Langhe, gli 896 metri di Mombarcaro, con un impatto panoramico che interesserebbe 36 Comuni tra Liguria e Piemonte. Un comunicato diffuso dalle associazioni riferisce che la stessa società proponente, nel progetto, avrebbe parlato espressamente di «modifica dell’orizzonte delle aree interessate».

Nel documento le associazioni precisano: «L’opposizione all’impianto non è un rifiuto delle produzioni sostenibili. Il punto focale è proprio la sostenibilità e il progetto pare sproporzionato rispetto ai luoghi individuati. Ci sarebbe una perdita irreversibile di biodiversità e lo sbancamento comporterebbe un aumento del rischio idrogeologico».

Anche la sezione albese di Italia nostra ha preso posizione, inviando alle autorità competenti piemontesi un comunicato nel quale parla di «impatto visivo e paesaggistico, devastante» e di «notevole detrimento ambientale non paragonabile ai dichiarati benefici energetici», con effetti negativi anche sul turismo dell’alta Langa.

 Corrado Olocco

Banner Gazzetta d'Alba