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Ivo Saglietti Lo Sguardo Nomade, mostra fotografica, dal 25 aprile al 19 maggio 2024 presso la Chiesa di San Domenico ad Alba

In contemporanea l’esposizione “Ritorno a deir mar musa. L’utopia di Padre Dall’Oglio” al Castello Reale di Govone dal 14 aprile al 26 maggio

"Lo Sguardo Nomade", mostra fotografica di Ivo Saglietti, dal 25 aprile al 19 maggio 2024 presso la Chiesa di San Domenico ad Alba

ALBA Il Gruppo Fotografico Albese promuove la mostra fotografica Ivo Saglietti Lo Sguardo Nomade già presentata a Torino alla fine dello scorso anno, allestita all’interno della Chiesa di San Domenico ad Alba, in collaborazione con l’associazione La Porta di Vetro. Questa mostra si inserisce nel vasto calendario di Alba Foto Festival 2024, che oltre ad altre mostre ed iniziative legate alla fotografia comprenderà anche il congresso Nazionale della F.I.A.F. (Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche), ad Alba dal 15 al 19 maggio. Inaugurazione, mercoledì 24 aprile 2024 – ore 18,00.

Si celebra Ivo Saglietti, grande fotoreporter scomparso il 2 dicembre scorso all’età di 75 anni, con due esposizioni in contemporanea nel territorio dove ha trascorso la sua giovinezza.

Lo sguardo nomade è una retrospettiva storica su una parte di esperienze vissute in oltre quarant’anni di carriera: dall’inizio delle rivolte in Centro America – Cile Perù – ad Haiti e poi il vicino Oriente e Mar Musa in Siria. Lavori in assignement come quelli per il New York Times Magazine, Time, Der Spiegel, Newsweek e collaborazioni con prestigiose agenzie di fotogiornalismo come Sipa Press, Stern e Zeitenspiegel.

La curatrice Tiziana Bonomo ha lavorato con Ivo Saglietti scegliendo insieme le immagini più significative che ripercorrono il tragitto professionale dagli anni ’80 al 2018.

Le immagini in mostra, 53 fotografie in bianco e nero, sono accompagnate da alcuni testi di Ivo Saglietti, Paolo Rumiz, Tiziana Bonomo, Federico Montaldo tratti dal libro “Rivoluzioni” (Sanpino Edizioni) e dal libro “Lo sguardo inquieto” (Postcart Edizioni).

L’organizzazione ringrazia sentitamente il Gruppo Fotografico Albese, la Porta di Vetro, la Banca d’Alba, la Fondazione CRC, la Regione Piemonte, il Comune d’Alba, la Famija Albèisa, la Fiaf, l’Archivio Saglietti.

 

Alcuni testi in mostra di:

Ivo Saglietti: «La lentezza è un fondamento della fotografia. O almeno lo è della mia. Nella mia visione non vi è una buona fotografia se non ho il tempo di soffermarmi sui luoghi, osservare la realtà che mi circonda. Quando arrivo sul luogo del mio lavoro, il primo giorno raramente estraggo la macchina fotografica. Avanzo torno indietro, passeggio, giro intorno, osservo, prendo appunti. Tutto con grande lentezza, lasciandomi penetrare dalle sensazioni, cercando di entrare in sintonia con i luoghi e con le persone».

«Ho aperto gli occhi nella luce del Mediterraneo, a Tolone, nel sud della Francia, dove, se lo guardi a lungo, il sole diventa un cerchio nero. Credo che il primo sguardo determini anche un destino: quasi sicuramente è grazie a questa luce che sono diventato fotografo».

Paolo Rumiz: «Amico mio, alla fotografia hai sempre chiesto qualcosa che va molto oltre gli effetti speciali, qualcosa che si chiama destino. A te mi accomuna l’allergia al branco, la fuga dagli eventi di cronaca, l’amore per strade di polvere nelle periferie del mondo».

Federico Montaldo: «Le esperienze con Ivo Saglietti hanno contribuito a trasformare la mia visione della fotografia e in qualche modo, il mio sguardo sul mondo. Mi resi conto quanto il contatto diretto con chi quelle storie aveva vissuto e saputo raccontare fosse un’occasione di crescita umana e personale».

Tiziana Bonomo: «Guardare le foto di Saglietti è fare un salto nell’umanità che combatte senza esitazione, è afferrare la fatica e il dolore di un destino avverso ma anche il desiderio di mantenere viva la propria vita. Neri intensi, ombre lunghe, colpi di luce muovono le magie che Saglietti usa per commuoverci, anche quando tutto attorno a noi sembra non stupirci più. In lui sono inseparabili amore, disperazione e speranza».

 

BIOGRAFIA IVO SAGLIETTI

Ivo Saglietti nasce a Tolone nel 1948.

Trascorre l’adolescenza ad Alba. Nel 1968 è a Torino, studente di Scienze Politiche, in quegli anni turbolenti e inquieti, si impegna politicamente nel Movimento. Qui inizia la sua attività come cineoperatore, producendo alcuni reportages di tipo politico e sociale.

Nel 1975 inizia ad occuparsi di fotografia, lavorando nelle strade e nelle piazze della contestazione. Nel 1978 si trasferisce a Parigi, dove, grazie all’amicizia con Mario Dondero, affina la sua conoscenza fotografica ed entra in contatto con il mondo del fotogiornalismo.

Compie numerosi viaggi come reporter-photographe per documentare situazioni di crisi e di conflitto in America Latina, Medio Oriente, Africa e Balcani su incarico di agenzie francesi e americane, nonché di grandi riviste internazionali (Newsweek, Der Spiegel, Time, The New York Times). Nello stesso tempo inizia a lavorare su progetti personali a lungo termine, da Il rumore delle sciabole, reportage sulla dittatura di Pinochet in Cile (1986-1988), da cui il suo primo libro.

Nel 2000 Ivo diviene membro associato dell’agenzia fotogiornalistica tedesca Zeitenspiegel Reportagen.

Allo stesso tempo si orienta sempre di più verso progetti fotografici di lunga durata, che gli permettono di raccontare le storie in modo più personale, articolato e meno condizionato dalle esigenze e richieste dei settimanali. Tra questi si ricordano il reportage che ripercorre la via degli schiavi dal Benin alle piantagioni di canna da zucchero della Repubblica Dominicana e di Haiti; quello sulle tre grandi malattie da infezione (aids, malaria e tubercolosi); quello che racconta del dialogo possibile tra le religioni attraverso l’esperienza comunitaria dell’antico monastero siro antiocheno di Deir Mar Musa el-Habasci e infine quello sulle frontiere nel Mediterraneo e del Medio Oriente e dei Balcani.

Vince il premio del World Press Photo nel 1992 per un servizio sull’epidemia di colera in Perù e nel 1999 – sempre per il WPP – riceve una menzione d’onore per il reportage sul Kossovo così come nel 2011 con una fotografia scattata a Srebrenica (Bosnia).  Gli sono stati riconosciuti il Premio Enzo Baldoni e il Premio Chatwin Occhio Assoluto.

Ha esposte le sue fotografie in molte mostre in importanti sedi, in Italia e all’estero.

Tante le sue pubblicazioni dei quali gli ultimi: “Lo sguardo inquieto” (Postcart 2021) un libro autobiografico a cura di Federico Montaldo, “Ritorno a Deir Mar Musa” (Emuse 2023) e “Rivoluzioni” a cura di Tiziana Bonomo (Sanpino Edizioni 2023).  Ivo Saglietti è mancato a Genova il 2 dicembre 2023.

 

GRUPPO FOTOGRAFICO ALBESE BFI

Il Gruppo Fotografico Albese nasce nel 1965 dalla volontà di alcuni soci di portare la fotografia nella città di Alba, si fregia della benemerenza BFI “Benemerito della Fotografia Italiana” e oggi, dopo 59 anni di ininterrotta attività, annovera oltre un centinaio di soci appassionati.

Un gruppo molto attivo e che soprattutto nell’ultimo decennio organizza mostre sociali con cadenza biennale, corsi di avvicinamento alla fotografia e corsi avanzati, incontri con gli autori ed esperti, Photomarathon per intercettare soci più giovani, ha attive innumerevoli collaborazioni con associazioni di volontariati ed enti culturali, dal 2023 fa parte del Terzo settore.

 

ASSOCIAZIONE LA PORTA DI VETRO

L’associazione La Porta di Vetro è nata a Torino il 9 aprile del 2013 con l’intento di analizzare e dibattere di alcuni temi principali quali la politica italiana, l’intercultura e l’immigrazione e i rapporti industriali. La sua pubblicazione di riferimento è il sito omonimo insieme con la rivista in formato cartaceo. Dal 2022 fa parte del Terzo settore.

 

ARCHIVIO SAGLIETTI

L’Archivio Saglietti ha sede a Genova. È stato creato per promuovere, diffondere e divulgare l’opera e l’impegno sociale e culturale del fotografo Ivo Saglietti ed i principi cui si è sempre ispirato il suo lavoro.

 

TIZIANA BONOMO

Negli ultimi anni ha fondato” ArtPhotò” con cui promuove e sperimenta progetti legati alla fotografia come ideatrice e curatrice. Insieme all’associazione La Porta di Vetro ha collaborato al progetto “Torino ferita 11 dicembre 1979” e ha curato la “La lunga notte di Sarajevo” fotografie di Paolo Siccardi. Ama unire immagini e parole e diversi sono stati gli incontri con grandi fotoreporter di fama internazionale di cui è uscito quest’anno il primo volume “Rivoluzioni” della collana “intrecciare parole e immagini”, Edizioni Sanpino. Scrive articoli sulla fotografia. Autrice del libro “Il fascino dell’imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico”, edito da Jaca Book. https://www.artphotobonomo.it/

 

INFORMAZIONI UFFICIO STAMPA

GRUPPO FOTOGRAFICO ALBESE

Roberto Magliano Cell: +39 335 6518305;  e-mail: info@gruppofotograficoalbese.it

ARTPHOTÒ   e-mail: info@artphotobonomo.it; Web: www.artphotobonomo.it

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