PENSIERO PER DOMENICA – SECONDA DI PASQUA- 7 APRILE
Le letture della II domenica di Pasqua oscillano tra sogno e realtà. Il sogno è tratteggiato nella prima lettura, uno dei “sommari” degli Atti degli Apostoli (4,32-35): l’ideale di vita di una comunità in cui i credenti avevano «un cuor solo e un’anima sola». La realtà è rappresentata da Tommaso, il discepolo che fa più fatica, ma anche che non ha paura: a uscire dal cenacolo ed evidenziare i suoi dubbi. Proprio grazie a questo approderà alla fede nel Risorto (Gv 20,19-31).
Non banalizziamo la fede nella risurrezione! Meno male che nei Vangeli c’è Tommaso! Se non ci fosse avremmo dovuto inventarlo! Tommaso è il discepolo che salva la fede nella risurrezione dalla banalità. Per nessuno è stato facile accettarla. Credere che da dolore e morte possa scaturire la vita è un atto di fede pura, una sfida al buon senso umano. Le apparizioni del Risorto non sono prove matematiche che cancellano i dubbi, ma incontri che danno forza sufficiente per continuare a camminare, per assimilare e poi annunciare la bella notizia.
La fede nel Risorto sposta le montagne. Negli Atti si parla di una comunità che testimoniava la sua fede nel Risorto con la comunione dei beni. Se è relativamente facile proclamare a parole la fede nel Risorto, più difficile è mostrarla nella vita. L’esempio degli Atti è chiaro: una fede autentica genera amore e condivisione. Una fede capace di “spostare” i soldi è più vera e parlante di quella capace di spostare le montagne, come diceva Gesù. Spostare “montagne” di soldi è più difficile che spostare montagne di pietra.
ANNO DELLA PREGHIERA / 10 – La preghiera di chi, come Tommaso è in ricerca, ha caratteristiche particolari. Non è una preghiera fervente e appassionata. Non è nemmeno una preghiera facilona che si sforza di ignorare i dubbi, negandoli. Chi è pieno di dubbi e in ricerca e magari non riesce e pregare davvero, può, come Tommaso, avere tre punti fermi. Il primo è l’amicizia con persone che credono: questa è sempre possibile, perché l’amicizia regge la diversità di idee. Il secondo è il dialogo su temi di fede: Tommaso discute con gli amici: esprime il proprio punto di vista e ascolta gli altri. Il terzo è la fedeltà a momenti di vita comunitaria. È bello leggere nel Vangelo che «otto giorni dopo c’era con loro anche Tommaso»: la crisi di fede che stava attraversando non gli ha impedito di cercare il sostegno della comunità, di stare con i suoi amici, forse anche di pregare con loro. Chi è in ricerca può farsi “tirare” da chi, in quel momento, cammina più spedito!
Lidia e Battista Galvagno