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L’Associazione immigrati Alba: «Al Salone del volontariato, ci hanno vietato di esporre la bandiera palestinese»

Si è svolto questa mattina, 31 maggio, l'evento organizzato dalla Consulta comunale del volontariato e dal Centro servizi per il volontariato di Cuneo, il salone rivolto agli studenti albesi, per avvicinarli al terzo settore

L'Associazione immigrati Alba: «Al Salone del volontariato, ci hanno vietato di esporre la bandiera palestinese»

ALBA Si è svolto questa mattina, 31 maggio, organizzato dalla Consulta comunale del volontariato e dal Centro servizi per il volontariato di Cuneo, il salone rivolto agli studenti albesi, per avvicinarli al terzo settore.

Tante le associazioni presenti nel palazzo Mostre e congressi, con ragazzi curiosi e interessati a conoscere i volontari.

Non è mancato un caso, legato al periodo. Lo ha sollevato l’associazione l’Associazione culturale immigrati Alba (Acia). Spiegano i componenti del sodalizio: «Abbiamo partecipato con entusiasmo al Salone, un evento che celebra l’importanza del volontariato e della solidarietà. Tuttavia l’evento di quest’anno è stato segnato da una controversia che ha coinvolto la nostra associazione. Ci occupiamo di mediazione culturale, accompagnamento e integrazione di immigrati e italiani, senza escludere nessuno. La nostra missione è promuovere l’inclusività e la comprensione reciproca tra le diverse culture presenti nel nostro territorio. Purtroppo ci è stato negato il permesso di esporre la bandiera palestinese, un simbolo che per noi rappresenta non solo l’identità culturale di molti dei nostri membri, ma anche un messaggio di speranza e solidarietà».

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«Abbiamo chiesto chiarimenti all’organizzazione»

E aggiunge: «Questa decisione è stata presa nonostante altre associazioni abbiano potuto esporre le loro bandiere e simboli senza alcuna restrizione. La disparità di trattamento ci ha portato a chiedere chiarimenti agli organizzatori, al fine di comprendere le motivazioni dietro questa scelta e garantire che le regole siano applicate in modo equo e trasparente. Riteniamo che questa decisione possa essere vista come una forma di discriminazione: siamo convinti che il dialogo e la comprensione reciproca siano fondamentali per la riuscita di un evento inclusivo e rispettoso delle diversità».
Acia ha quindi chiesto agli organizzatori di fornire una spiegazione dettagliata e di considerare un incontro per discutere la questione, al fine di trovare una soluzione che permetta a tutte le associazioni di esprimere la propria identità culturale senza creare controversie.
f.p. 
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