23 agosto 2023, il giorno più caldo dal 1958

23 agosto 2023, il giorno più caldo dal 1958

AMBIENTE Un altro indicatore dello stato di salute del clima sono le ondate di calore, come quella vissuta nei giorni scorsi. Se analizziamo l’estate 2023 – lo ha fatto Arpa Piemonte – emerge che il 23 agosto è stato il giorno più caldo dal 1958 nella nostra regione. Con una media di 11,2 gradi tra i mesi dell’anno, il periodo è stato uno dei più torridi di sempre. Nel complesso, negli ultimi 66 anni le temperature medie in Piemonte sono incrementate di 2,6 gradi centigradi. È allarmante l’analisi della mortalità correlata al calore: l’Arpa rileva che tra il 15 maggio e il 30 settembre dello scorso anno sono stati registrati nel complesso negli otto Comuni capoluogo di provincia sabaudi 4.487 decessi. A Cuneo sono stati 144 i morti, di cui 110 con oltre 75 anni. I ricercatori torinesi spiegano nella loro analisi: «La distribuzione dei decessi nei vari mesi estivi evidenzia che agosto è stato tragico. La presenza di una lunga ondata di calore in tutti i capoluoghi considerati fa intuire una possibile relazione tra il determinante ambientale e l’esito sanitario oggetto di studio, cioè la mortalità».

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Ecco dunque la evidente correlazione tra gli andamenti climatici e la salute dell’uomo. Un dato positivo affiora invece per il medesimo motivo dall’analisi dell’annata 2024, quando le temperature registrate sono state sotto la media (fino ai giorni scorsi), ma questo dato non è sufficiente a controbilanciare il trend climatico degli ultimi decenni.

Ci sono buone notizie invece sul fronte delle precipitazioni. Il 2023 è stato siccitoso, anche se meno rispetto al 2022, ma comunque molto asciutto, tanto che le portate dei fiumi sono risultate sottodimensionate. Il Tanaro nella zona di Alba ha chiuso con un preoccupante -49% di quantità d’acqua. Al contempo, è stato registrato il quarto mese di maggio più piovoso degli ultimi 67 anni, recuperando così le gravi anomalie negative degli altri mesi dell’anno.

Il primo semestre del 2024 per contro è stato caratterizzato da un eccesso di pioggia: le precipitazioni registrate fino a giugno sono state di 910 mm: si tratta di circa il 90% in più rispetto all’anno precedente. Anche le portate dei fiumi risultano superiori alla media storica, determinando scarti positivi su tutti i bacini. Se l’angoscia di chi temeva una siccità crescente è placata negli ultimi tempi, l’abbondanza pluviale non è scevra di problematiche. Il direttore di Arpa Barbero commenta: «Le intense precipitazioni possono essere possibili cause di esiti sanitari sia diretti (come la perdita di vite umane) che indiretti, in seguito a frane e smottamenti che possono causare danni alle infrastrutture: si pensi all’interruzione di strade ed energia elettrica oppure alle difficoltà di accesso all’acqua potabile non contaminata. Infine, gli studi sul mondo animale e vegetale evidenziano effetti legati alle temperature e alle precipitazioni sulla variazione di biodiversità, con conseguente effetto indiretto del cambiamento climatico sulla salute umana».

r.a.

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