LA STORIA Raggiungere Capo Nord in Vespa: l’impresa è riuscita a una coppia di Magliano Alfieri, Francesco Carlucci, classe 1978, e Serena Mozzone, nata nel 1989. Racconta Francesco: «La nostra passione per la Vespa è sorta un anno e mezzo fa con l’intento di fare giri per le colline. Abbiamo poi aderito al Vespa club di Alba e l’entusiasmo del presidente Luca Manera e del segretario Piero Spertino ci ha contagiato. Già a maggio del 2023 siamo partiti con la tenda per andare al raduno internazionale di Interlaken in Svizzera. L’idea di arrivare a Capo Nord l’abbiamo avuta a gennaio».
Un tale viaggio richiede «un’attenta pianificazione e la cura di ogni dettaglio. Si tratta di una sfida che può vincere solo chi è motivato. Siamo partiti il 26 luglio e tornati il 14 agosto, con sosta a Capo Nord il 7. In tutto abbiamo percorso 9.600 chilometri. Avevamo tre settimane di ferie e le abbiamo sfruttate così, mentre nostra figlia è rimasta al mare con la nonna».
In pochi giorni «siamo passati da trentacinque a zero gradi. In Germania abbiamo forato e, per fortuna, ci siamo imbattuti in un gommista che, pur con la serranda abbassata, ci ha aggiustato lo pneumatico. Senza volere nulla in cambio. Sua moglie lo rimproverava gridando e lui non faceva una piega. Abbiamo poi scoperto che, circa un’ora dopo, si sarebbe sposata la figlia. Gli abbiamo spedito una bottiglia di vino per ringraziarlo».
Tra i passaggi più significativi Francesco elenca «le spiagge carrabili della Danimarca, i continui attraversamenti in traghetto dei fiordi norvegesi, addirittura siamo transitati in una galleria sottomarina. Alle isole Lofoten abbiamo fatto il bagno nell’acqua freddissima.
Gli ultimi centocinquanta chilometri verso Capo Nord sono caratterizzati da un paesaggio lunare, con le renne che attraversano la strada. La foto di rito dal globo di Capo Nord è stata scattata sotto il sole delle due di notte».
Il viaggio di ritorno è avvenuto «attraverso la Finlandia e la Svezia. Ci siamo fermati al circolo polare artico a Rovaniemi, dove abbiamo incontrato Babbo Natale».
Rispetto alle motociclette usate per i lunghi viaggi, «con la Vespa devi fermarti ogni ora e un quarto per il rifornimento. È un mezzo che attira simpatia, la gente inchiodava per scattare una foto con noi. Per dormire abbiamo prenotato per tempo, anche perché il costo della vita è molto alto. Eravamo attrezzati pure con i fornellini per poter cucinare, spesso compravamo il cibo al supermercato. Questa esperienza ci ha aiutati a crescere come coppia, per la prossima estate stiamo pensando a un viaggio, sempre in Vespa, in Scozia e in Irlanda».
Davide Barile