NUOVE APERTURE In pochi giorni le ruspe hanno raso al suolo un’attività fondata ad Alba nel 1967: la Amg, acronimo di Albese marmi e graniti, azienda attiva nella lavorazione di materiali lapidei destinati a commesse importanti e prestigiose.
«Evito di passare davanti al cantiere», spiega con amarezza Gianni Arbocco, titolare dell’attività fondata dal padre 57 anni fa». «Non voglio vedere il poco che rimane della palazzina uffici, del magazzino, del laboratorio e della Sanicer, il ramo d’azienda creato per la vendita al dettaglio di sanitari, arredo bagno e pavimenti. Per me è ancora doloroso vedere con gli occhi le rovine di 49 anni della mia vita. Sono entrato in azienda in seguito alla morte di mio padre e l’ho portata avanti lavorando e studiando sino al conseguimento della laurea in architettura. Nel 1998 ho ampliato l’azienda dandole la configurazione e la struttura che è stata azzerata in queste settimane».
Abbiamo parlato con l’architetto Gianni Arbocco, già assessore ai lavori pubblici negli anni della Giunta De Maria, per capire la situazione.
Arbocco, cosa è successo?
«Ogni imprenditore si pone l’obiettivo di far progredire la sua azienda. Amg è stata un ottimo esempio di impresa che, poco per volta, si è affermata sul mercato nazionale, e non solo, con degli ottimi riscontri. Sino al momento in cui, ma questo vale per tutti, qualcosa non va per il verso giusto. Nel mio caso si è trattato di un contratto sottoscritto con la confessione religiosa dei Mormoni che intendeva costruire a Roma Nord una chiesa in grado di competere, per dimensioni e impatto alla vista, persino con San Pietro. Un bellissimo sogno realizzato (consiglio a chiunque vada nella capitale di visitare l’opera), ma a causa dei cavilli di un contratto complicatissimo, non siamo stati pagati. Col risultato di mettere in difficoltà i conti della nostra azienda a tal punto di portarla a un passo dal fallimento».
Che è però stato evitato.
«Sono contento di avere deluso quella parte di città che ha sperato di poter comprare per pochi soldi l’area nel corso di un’asta fallimentare. Posso dire di essermi salvato grazie alla pazienza dei miei dipendenti e alla rettitudine della famiglia Caprotti che ha pagato il valore commerciale dell’area consentendomi di evitare il fallimento, conservando una certa agibilità economica. Ad Alba credo ci fossero le condizioni per salvare almeno la palazzina uffici, ma le cose sono andate diversamente».
Possiamo quindi dire che l’azienda Esselunga sbarcherà ad Alba?
«In effetti è così. Sull’area sarà allestito un punto vendita di dimensioni ridotte rispetto agli standard di Esselunga. Si tratta di un supermercato su misura per la nostra città che sarà dedicato a prodotti e proposte di alta qualità. Ho visto il progetto e posso assicurare che sarà una meravigliosa sorpresa».
Beppe Malò