L’INCONTRO Se molti albesi decidono di lasciare la loro città alla volta delle località marine, montane ed esotiche, sono in molti a scegliere Alba e le Langhe per le ferie. Di turismo e superaffollamento nei borghi in cui nascono i vini pregiati si è parlato spesso e, negli ultimi mesi, si è tirato in causa anche un calo delle presenze. Per fare chiarezza su un settore traino dell’economia delle Langhe è stato organizzato un seminario dal titolo: “Cosa succede al turismo nell’area del Barolo? Tra calo percepito delle presenze e rischi di overtourism”, in programma nella sede dell’Enoteca regionale del Barolo lunedì 9 settembre dalle 17 fino alle 19. Oltre all’Enoteca, i promotori sono: la Strada del Barolo e I vini del Piemonte in collaborazione con Divinea
e Banca d’Alba. A introdurre e moderare la serata sarà il direttore della Strada del Barolo, Daniele Manzone. Con lui ci saranno Stefano Mosca, direttore dell’ente Fiera del tartufo, Francesca Baldereschi, responsabile di Slow food travel, Filippo Galanti, cofondatore di Divinea e Cristiana Grimaldi, direttrice dell’Enoteca del Barolo. Per partecipare è necessario scrivere a staff@stradadelbarolo.it.
È proprio Daniele Manzone a dare alcune anticipazioni: «Mi occupo di turismo da tempo, fondai Turismo in Langa in un’epoca in cui i visitatori erano pochi e Alba non aveva neppure un assessore delegato. La nostra zona era fuori dalle mappe, venivano da Torino o Milano solamente per abbuffarsi. Poi i produttori di vino, soprattutto del Barolo, hanno iniziato a girare il mondo per far conoscere il loro vino e raccontare tutto ciò che sta attorno. Con l’invito a venire a verificare di persona. Insieme alla crescente promozione del tartufo, è stato la chiave del successo».
Se qualche operatore «denuncia un calo di turisti, peraltro ancora tutto da verificare, dall’altra parte c’è il rischio dell’invasione, generata da un impatto maggiore rispetto a quanto il territorio possa sopportare. Succede solo nei fine settimana d’autunno, ma in alcuni paesi ti pesti davvero i piedi mentre, a una manciata di chilometri, non c’è nessuno. Mi riferisco soprattutto all’alta Langa, dove ci sono posti bellissimi in mezzo alla natura, ideali per camminate».
Per quanto riguarda la capacità di spesa «ritengo che ogni ricco del pianeta debba venire qua almeno una volta nella vita. Le ricadute economiche sono molto forti, ma per mantenere il livello alto occorre che gli operatori siano davvero professionali. Purtroppo accade spesso il contrario, specialmente con le strutture gestite a livello familiare. Nel 2023 è stato toccato il numero record di 15mila posti letto con un aumento del 64 per cento rispetto al 2009, ma il rischio è far la fine di città come Firenze o Barcellona. La liberalizzazione degli affittacamere complica la vita anche a chi cerca un alloggio da affittare. Prima di tutto, occorre pensare ai residenti».
Il turista mordi e fuggi «non è un problema, tuttavia a volte arriva gente poco consapevole o persino maleducata. Le vigne non sono prati per il picnic e le cantine sono posti in cui si lavora tutto il giorno, non luoghi dove organizzare matrimoni, feste o addii al celibato». È necessario perciò «essere in possesso di una corretta pianificazione turistica, usando meglio le risorse derivanti dalle tasse di soggiorno richieste».
Davide Barile