TORINO Sono quattordici anni che Cesare Marco Scoffone, il nostro concittadino direttore della Struttura complessa di urologia dell’ospedale Cottolengo di Torino, organizza il suo congresso intitolato “Technology and training in endourology”, nato dal sogno di coniugare conoscenze tecnologiche e nozioni di tecnica chirurgica, basi teoriche e applicazioni pratiche, sapere e saper fare.
Lo scheletro del programma è sempre uguale e al tempo stesso diverso: quest’anno sono previste 16 chirurgie in diretta, 3 pre-registrate, una Web live surgery trasmessa dalla Spagna, e poi tavole rotonde, relazioni Focus on, Company’s corners e dibattiti, come da tradizione nell’ambito delle terapie endourologiche e miniinvasive di calcolosi renoureterale, ostruzione prostatica benigna, tumore uroteliale di vescica e alto apparato.
Dal 20 al 22 novembre Scoffone, coadiuvato dalla dottoressa Cracco e dal suo team (che comprende i medici Casablanca, Peretti e Turco), ospiterà oltre 250 persone provenienti da tutto il mondo: tanti giovani partecipanti e una sessantina di esperti, che avranno un’occasione unica d’interazione all’auditorium della Piccola casa della Divina Provvidenza.
Sono inoltre attesi quasi mille partecipanti on-line, dato che anche quest’anno sarà possibile iscriversi gratuitamente all’evento via Web e usufruire della registrazione completa dei tre giorni congressuali per tutto l’anno a seguire, guadagnando una ottima opportunità di aggiornamento e studio. Una delle novità sarà l’ulteriore incremento del numero degli ammessi al progetto “Giovani urologi”, sostenuto dalle compagnie sponsor del congresso.
Spiega il medico albese: «Ci saranno circa 80 urologi di età inferiore ai 35 anni provenienti da tutti i continenti che potranno partecipare all’edizione 2024, che dovranno provvedere da sé al viaggio, ma riceveranno gratuitamente iscrizione e mezza pensione per i tre giorni del congresso. L’idea di donare occasioni e conoscenza a tanti giovani animati da sete di sapere e passione mi rende estremamente felice, perché faccio per loro ciò che avrei desiderato fosse fatto per me all’inizio della mia carriera».
Lorenzo Germano