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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Portigàl (arancia, citrus auranthium)

Significa: arancia, citrus auranthium

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ABITARE IL PIEMONTESE Le festività natalizie sono adornate da un frutto che spesso e volentieri compare sulle tavole per concludere il pasto e proseguire con la convivialità: l’arancia, un antico ibrido, incrocio di oltre 4mila anni fa tra il pomelo e il mandarino. È curioso che, nella lingua italiana, questo frutto venga enunciato con il suo semplice colore. In piemontese, invece, bisogna ricorrere a una parola completamente diversa, portigàl, per nulla assonante ad arancia. Questa caratteristica linguistica è comune a tanti vegetali piemontesi chiamati con un nome che ne può connotare la provenienza geografica o semantica. Perché l’arancia si chiami portigàl è una questione controversa, ma ci sono strumenti sufficienti per arrivare a una ragione di fondo. Oltre ad alcuni aneddoti molto fantasiosi e accantonabili, in cui ci si può imbattere in rete, sopraggiunge qualche informazione importante di carattere etimologico.

Il primo riferimento è quello al toponimo Portogallo, per la sua provenienza: dal latino volgare Portusgallum per il classico Portus Cale (Porto di Gaya, Oporto), originario centro di diffusione in Europa della varietà importata dalla Cina dai navigatori portoghesi nel Secolo XVI. La voce è ben diffusa nelle varietà linguistiche regionali italiane, così come in Romania, Bulgaria, Macedonia, Albania, Grecia e in quasi tutto il Medio Oriente e Nord Africa. Talvolta si oppone ai derivati del persiano narang (arancia amara), introdotto in Europa dagli Arabi, indicando la varietà dolce, mentre è forma esclusiva (come in Piemonte) per indicare qualsiasi tipo di arancia mangereccia, ma con riferimento alla varietà dolce di diffusione sei/settecentesca.

Questo avvenne grazie ai portoghesi che introdussero il frutto e l’albero in Europa, probabilmente nel XIV Secolo, grazie ai rapporti commerciali privilegiati che la nazione portoghese intratteneva con l’Asia per via del trattato di Tordesillas, stipulato nel 1494 tra castigliani e lusitani, secondo cui al Portogallo spettava il commercio con tutto l’emisfero a Est del meridiano detto La Raya. L’ipotesi, però, che s’avvicini di più alla verità è l’origine greca. Il nome deriverebbe, ancora più anticamente, dal greco portokalia (o portokalòs), che va ricondotto al frutto più bello, identificato proprio nel dolce agrume.

Paolo Tibaldi

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