Ultime notizie

I beni sottratti all’Asl Cn2 Alba-Bra da due dipendenti erano destinati al macero

Labsi, un laboratorio per formare i sanitari all'ospedale di Verduno
Foto Malò

IN TRIBUNALE Hanno fatto ingresso nelle aule del Tribunale di Asti i testimoni dei due ex dipendenti (uno dimessosi e uno sospeso dal servizio) dell’Asl Cn2 accusati di peculato, truffa ai danni dello Stato e uno anche di falso ideologico per aver sottratto materiale di diverso genere: lavatrici, televisori, condizionatori, scaffali, lavastoviglie e rubinetteria dagli ospedali San Lazzaro di Alba, Ferrero di Verduno e Santo Spirito di Bra.

I due, un geometra e un manutentore dell’ufficio tecnico, entrambi italiani classe 1986 e 1964 residenti a Bra e Cherasco e difesi dall’avvocato Roberto Ponzio e dall’avvocata Giorgia Montanara, avevano richiesto e ottenuto il giudizio abbreviato condizionato. Nell’udienza recuperata il 26 novembre dopo lo sciopero degli avvocati, sono stati sentiti due testimoni per parte che hanno riportato sulla collocazione dei beni in base alle direttive ricevute.

Secondo quanto emerso, i due si sarebbero appropriati dei beni in buona fede poiché per esempio alcuni televisori dismessi da Alba e Bra non sarebbero stati ricollocati nella nuova sede di Verduno ma sarebbero andati al macero.

L’Asl Cn2 era intervenuta con l’avvocata Barbara Gaetano, ma è uscita dai giochi prima di costituirsi parte civile grazie al raggiungimento di un accordo.

Al termine la giudice Beatrice Bonisoli ha rinviato il processo al 18 febbraio per la discussione finale. 

 Elisa Rossanino

 

Banner Gazzetta d'Alba