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Il retroscena / Alba contro Egea Spa: è scontro sui recessi

Mentre la nuova società capeggiata da Iren, Egea holding, si muove a vele spiegate, la vecchia Spa rimane in vita con obiettivi specifici

Egea inaugura un nuovo Point a Canale 7
Il presidente del consiglio di sorveglianza di Egea Giuseppe Rossetto con l'ex ad Pierpaolo Carini, in una foto di repertorio.

ALBA  Egea Spa continuerà a esistere almeno fino alla primavera. Lo afferma Giuseppe Rossetto, presidente del Consiglio di sorveglianza: «La società andrà avanti fino a esaurimento. Ci sono ancora alcune pendenze da risolvere. In primavera presenterà il bilancio: il patrimonio è positivo e non ha perdite. In concomitanza, scadrà anche il Consiglio di sorveglianza: per i soci sarà il momento di decidere se rinnovarlo o andare verso la liquidazione volontaria».

L’ex sindaco aggiunge: «La Spa gestisce la parte di Egea Pt relativa al Superbonus, oltre alla società Ing. Prunotto». A entrare nei dettagli è Massimo Feira, che ha condotto la procedura negoziata della crisi e che fa anche parte nel consiglio di amministrazione di Egea holding, oggi capeggiata da Iren: «La vecchia società, in base alla normativa attuale, dovrà approvare il bilancio 2024 tra fine aprile e il 30 giugno. Dopo tale data, sarà convocata una nuova assemblea ad hoc».

E prosegue: «Lo statuto non è stato modificato e prevede sempre il sistema duale. Con un patrimonio netto positivo, la legge non impone la liquidazione: saranno i soci pubblici e privati a dover prendere una decisione in merito».

Sempre Feira: «Per quanto riguarda i cantieri del Superbonus, Egea Spa ne ha ancora dodici aperti. Tre di questi sono in fase di chiusura: per gli altri, credo si dovrà attendere la fine dell’anno o i primi mesi di quello che verrà».

Feira: «I recessi non sono ammissibili per diversi motivi: non è una contrapposizione»

Altro tema prioritario è la richiesta di recesso da parte degli azionisti pubblici dalla vecchia società, con in testa Alba, che da sola supera il cinque per cento delle quote. I Comuni hanno dovuto accantonare per questo motivo delle somme che, al momento, non possono essere usate per altri scopi. Le richieste di recesso, però, sono state tutte rifiutate in modo netto.

A tal proposito, è sempre Massimo Feira a spiegare: «Entro fine mese, procederemo con la convocazione di un’assemblea mirata. Gli azionisti potranno decidere se procedere alla copertura delle perdite o deliberare la rimozione del capitale sociale. Se sceglieranno questa seconda opzione, potranno di nuovo disporre dei fondi accantonati, secondo quanto prescritto dalla legge Madia».

Lavoratori Egea in presidio 3
Il sit-in dei dipendenti di Egea, nei momenti peggiori della crisi, lo scorso anno.

Più complicata la questione del recesso: «Abbiamo richiesto un parere legale, che ha stabilito l’inesistenza dei presupposti. La nostra non è una contrapposizione: stiamo solo seguendo la normativa in vigore». I motivi, in particolare, sarebbero due. Il primo è di tipo temporale: «Il recesso, secondo lo statuto, deve essere esercitato entro trenta giorni dalla data in cui gli azionisti vengono a conoscenza dell’attività svolta dalla società. Le due date utili sono il 31 dicembre 2023 per il bilancio e il 28 giugno 2024, il giorno in cui è arrivata l’omologa dal Tribunale di Torino».

A inficiare il diritto di recesso, ci sarebbero anche vincoli stabiliti dal codice della crisi, che impedirebbero l’accettazione.  

Garassino, assessore alle finanze: «Andiamo avanti: la Corte dei conti ci dà ragione»

Sui rapporti con Egea Spa interviene Luigi Garassino, assessore albese al bilancio: «Da pochi giorni è arrivata dalla Corte dei conti una relazione che, in sostanza, accetta e conferma la correttezza della nostra posizione relativa al diritto di recesso. L’analisi, effettuata dall’intero collegio, approva l’operato: dalla revisione delle società partecipate all’accantonamento e alla richiesta di uscire dalla compagine sociale. In questa vicenda tormentata, è forse uno dei pochi elementi positivi».

Luigi Garassino è il nuovo segretario del Pd albese
L’assessore alle finanze Luigi Garassino.

Piazza Duomo si sta anche muovendo su altri fronti: «Stiamo valutando con uno studio legale di Milano se intraprendere iniziative per contestare la decisione. Allo stesso tempo, non chiudiamo le porte a un’interlocuzione con la società per capire se esistano soluzioni».

Sul Consiglio di sorveglianza, Garassino aggiunge: «Dovremo capire se, con il recesso, andrà mantenuto. Penso comunque che il presidente debba avere almeno un minimo rapporto con l’ente che l’ha designato, cioè il Comune di Alba. Dal nostro insediamento, a parte qualche telefonata con il sindaco, non c’è stato».

L’indagine ad Asti vicina al punto di svolta

Un altro capitolo riguarda l’indagine in corso ad Asti, con l’accusa di false comunicazioni sociali nei confronti degli ex vertici della Spa, tra cui Pierpaolo Carini. La situazione è in divenire, come spiega Massimo Feira: «Non abbiamo novità: sappiamo che la Procura ha incaricato alcuni consulenti esterni di analizzare i bilanci. Abbiamo fornito tutta la documentazione e assunto l’impegno a costituirci parte civile: eventuali risarcimenti andranno all’Agenzia delle entrate. Credo che le indagini stiano terminando».

E conclude: «Nella procedura di salvataggio, abbiamo lavorato pensando all’interesse collettivo, per i lavoratori e per i creditori, che hanno fatto sacrifici non da poco».  

Davide Barile

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