
LA STORIA Completare il giro del mondo: questo è l’obiettivo che si è posta Savina Sciacqua, sessantatreenne che, dall’inizio del 2024, è «diventata nomade». La donna, giornalista di viaggio per varie riviste, è nata a Torino e per dieci anni ha vissuto ad Alba, città nella quale è nata la secondogenita Cristiana.
Racconta Savina: «In precedenza ho sempre usufruito dei viaggi stampa, che mi hanno permesso di girare parecchio ma in destinazioni predefinite. Ora sono libera di andare dove mi pare, al momento ho visitato circa centotrenta Paesi. Non ho più una casa e, come base per depositare i miei averi, riposti in sette valigie, usufruisco dell’appartamento di un amico a Ricca».

Tra febbraio e marzo, Savina si è concentrata sul Sudamerica: «Ho visitato alcuni Paesi che mi mancavano. L’aneddoto più curioso mi è capitato l’8 marzo. Ero a Montevideo, capitale dell’Uruguay, e in una piazza centrale la televisione Canal 4 stava registrando un programma sulla festa della donna. Stavano parlando dell’uso dei pantaloni da parte delle femmine e hanno notato che scuotevo la testa. Il giornalista, incuriosito, mi ha chiesto il perché: parlo perfettamente spagnolo e ho spiegato che, per le donne, andare in bagno è molto più igienico e facile se si indossa la gonna. Sorpreso dalla risposta e incuriosito dalla mia storia, mi ha invitato a una trasmissione. La voce si è sparsa e, nelle settimane successive, sono stata invitata dalle televisioni di Paraguay, Bolivia, Cile e Perù».
Altra esperienza particolare riguarda la Bolivia: «Da Santa Cruz de la Sierra volevo raggiungere Vallegrande per visitare il mausoleo di Ernesto Che Guevara. Per farlo, ho dovuto viaggiare stipata in un pullman per nove ore. Mi sono portata il pranzo a bordo e, al termine, ho conservato i resti in un sacchetto. Dopo un po’, una signora mi ha visto e, convinta di alleviarmi la fatica, me l’ha preso di mano e l’ha gettato dal finestrino. Alla fine, mi guardava come per dirmi “ho risolto il problema”».
In ogni luogo in cui si reca, Savina cerca una libreria e «metto in vetrina i libri Cosa sarò da grande, scritto da mia figlia Carlotta Cerri, e Ricordateci così, in cui, insieme a Maria Teresa Ruta, parlo dei vari cimiteri del mondo. In Sudamerica ho visitato il cimitero più alto, nella capitale La Paz, e in Uruguay mi sono trovata a fare colazione con salsiccia, alle otto del mattino, con i dipendenti del cimitero del Buceo».
Per finanziare i suoi viaggi, Savina ha intrapreso diversi progetti: «Quello cui tengo di più è rivolto alle scuole, ne visito diverse e promuovo esercitazioni basate sull’ascolto. In più, per latela.com, piattaforma creata da mia figlia Carlotta, produco audiolibri».
Dopo aver visitato diversi Paesi asiatici durante l’estate e aver trascorso il Natale con la madre, in questi giorni Savina si trova in Africa. «Nel continente ci si può imbattere in svariati pericoli, per cui mi sono appoggiata a un viaggio organizzato. Sto partecipando a un festival vudù tra Gana, Togo e Benin». Chi volesse seguire le sue avventure può farlo visitando la pagina Instagram “La nonna che viaggia”.
Davide Barile
