
AGRICOLTURA «Alla luce dei circa 25 milioni di chili di miele importati nel 2024 (+16% rispetto all’anno precedente), è importante tenere alta la guardia contro il rischio di frodi, per tutelare la salute dei cittadini e l’attività dei produttori italiani, alle prese, tra l’altro, con gli effetti del clima e l’aumento dei costi». È quanto afferma Coldiretti, che sottolinea come il prodotto straniero, arrivando in Italia a prezzi stracciati, metta all’angolo quello italiano con i suoi apicoltori ed eserciti una pressione al ribasso sulle quotazioni.
Secondo l’associazione apicoltori di Coldiretti, un caso limite è, ad esempio, quello cinese, che viene commercializzato a poco più di un euro al chilo, mentre la media generale si aggira intorno ai 2,9 euro al chilo. Ad aggravare la delicata situazione sono gli effetti dei cambiamenti climatici che, nel 2024, hanno avuto un duro impatto sull’alveare Italia, dove il consumo di miele si attesta a circa mezzo chilo pro capite all’anno (600 grammi la media europea e altrettanti quelli consumati nella sola Germania), secondo il centro studi Divulga.
Il presidente di Coldiretti Asti Monica Monticone ha consigliato: «Per supportare i circa 75mila apicoltori italiani, di cui oltre 7mila in Piemonte, che gestiscono 1,6 milioni di arnie (più di 200mila sono piemontesi), è fondamentale prestare attenzione all’origine riportata sull’etichetta e, se possibile, rivolgersi direttamente ai produttori locali (nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna amica)». Monticone ha sottolineato, inoltre, che «l’Italia eccelle in biodiversità, con oltre 60 varietà di miele».
Al riguardo, arriva in aiuto la recente direttiva Breakfast dell’Unione europea con l’introduzione chiara dell’obbligo d’origine sulle etichette e con l’avvio del processo per la creazione del sistema di tracciabilità del prodotto. Il direttore di Coldiretti Asti Giovanni Rosso ha aggiunto: «La dicitura Italia deve obbligatoriamente apparire sulle confezioni di miele solo di bandiera. Se il prodotto proviene, invece, da Paesi dell’Unione europea l’etichetta deve riportare la frase: “miscela di mieli originari della Ue, indicando gli Stati di origine. Allo stesso modo, qualora il miele provenga da Paesi extra europei, ciò dev’essere specificato in etichetta. In definitiva, l’indicazione del Paese di origine deve sempre essere evidente».
Manuela Zoccola
