SANTA VITTORI D’ALBA Si è aperto giovedì 13 febbraio al Ministero del lavoro il tavolo sulla vertenza Diageo, multinazionale del settore delle bevande alcoliche, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba, entro giugno 2026.
Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti nazionali, territoriali e le Rsu di Fai, Flai e Uila, i rappresentanti dell’azienda, la direzione generale del Ministero del lavoro e delle politiche attive e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Era presente anche il senatore Giorgio Maria Bergesio.
«Riteniamo assurda la decisione della Diageo, un’azienda in ottimo stato di salute e che continua a fare utili e a incrementare la produzione, di chiudere il suo stabilimento in Italia, mettendo a rischio circa 350 lavoratori diretti oltre all’indotto collegato», hanno ribadito i sindacati. Fai, Flai e Uila hanno chiesto all’azienda di tornare sui suoi passi e salvaguardare l’occupazione.
La Diageo, ribadendo l’irrevocabilità della decisione assunta, ha confermato il proprio impegno a ricercare possibili acquirenti, oltre alla volontà di mettere in campo un piano sociale.
Nei prossimi giorni Fai, Flai e Uila organizzeranno delle assemblee per valutare con le lavoratrici e i lavoratori tutte le possibili azioni da intraprendere. Il confronto a livello territoriale proseguirà già dalla prossima settimana, mentre il tavolo ministeriale è stato riconvocato per il 18 marzo.
Cirio: «Abbiamo ribadito la contrarietà alla chiusura dello stabilimento e siamo disponibili a trovare un acquirente che tuteli produzione e posti di lavoro»
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha partecipato al tavolo sulla Diageo di Santa Vittoria d’Alba, convocato a Roma al Ministero del lavoro. «Ho voluto essere di persona a Roma per ribadire la nostra netta contrarietà alla scelta di Diageo di chiudere lo stabilimento, una scelta assurda in un contesto che, anche a detta dell’azienda, non presenta difficoltà economiche o criticità. Ho confermato la disponibilità della Regione Piemonte, che è stata raccolta anche dalla direzione del Ministero, di essere parte attiva, attraverso l’utilizzo dei fondi europei di cui disponiamo, di essere parte attiva nella ricerca del miglior acquirente che per noi significa quello in grado di tutelare lavoratori e produzione, offrendo anche la possibilità di contribuire alla riqualificazione dei lavoratori».
Nelle prossime settimane la Regione convocherà le parti sociali anche vista dell’aggiornamento del tavolo al ministero già fissato per il 18 marzo.
Bergesio (Lega): «Grave danno la chiusura dello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba»
«La chiusura dello stabilimento Diageo di Santa Vittoria d’Alba è inaccettabile. Necessario individuare soluzioni che tutelino l’occupazione sul territorio, i fornitori e tutto l’indotto». Lo afferma il senatore cuneese della Lega Giorgio Maria Bergesio, al termine del tavolo di confronto aperto al Ministero del lavoro, sollecitato anche dallo stesso Bergesio, sulla vertenza Diageo, la multinazionale del settore delle bevande alcoliche che in autunno ha annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Santa Vittoria d’Alba entro giugno 2026.
Decisione ribadita dall’azienda anche in occasione dell’incontro di questa mattina a Roma, durante la riunione alla quale erano presenti, oltre a Bergesio, i rappresentanti dell’azienda, la direzione del Ministero del lavoro e delle politiche attive, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e le organizzazioni sindacali.
«La decisione di Diageo, azienda che fa utili e incrementa la produzione, di chiudere il suo stabilimento in Italia, è incomprensibile», continua Bergesio, vicepresidente commissione attività produttive del Senato. «In seguito a questa scelta rimarrebbero a casa, senza lavoro, circa 350 lavoratori diretti e tutto l’indotto».
«Diageo ribadendo l’irrevocabilità della decisione, ha confermato il proprio impegno a cercare possibili acquirenti per lo stabilimento cuneese, e ad avviare un piano sociale», dice ancora Bergesio.
«Le scelte dell’azienda, che a giugno 2024 ha fatturato 20 miliardi di euro con 6 miliardi di utile, sembrano dettate da mere logiche di profitto, senza tener conto degli interessi dei lavoratori, delle loro famiglie e di tutta la comunità. In attesa del nuovo incontro già convocato al Ministero il 18 marzo, continuerò a seguire con attenzione la vicenda, che rappresenta un duro colpo per l’occupazione nel Cuneese, terra che contribuisce in misura rilevante alla produttività del sistema economico del nostro Paese e che ormai da tempo è in grave affanno», conclude Bergesio che ha confermato «la volontà di essere parte attiva nella ricerca di un possibile, serio acquirente per il sito produttivo albese che ne possa salvaguardare l’attività e l’occupazione».
