
BARBARESCO Percorrendo una tortuosa stradina, da frazione Trestelle si giunge alla vecchia stazione del paese, oggi convertita in cantina dall’enologo australiano Dave Fletcher. Dopo aver lavorato quasi dieci anni al proprio Paese, seguendo la produzione di vini come Syrah, Cabernet, Merlot, Chardonnay e Pinot, Fletcher ha deciso di trasferirsi sulle nostre colline.
Dopo una masterclass sul Barolo, costituita da venti diversi assaggi, Dave ha capito le potenzialità del Nebbiolo. «Ho seguito un’idea. In Australia lavorava con il Nebbiolo una manciata di produttori. Esisteva l’importazione, ma c’era poco interesse. Si prediligeva il Pinot nero».
Nel 2007 Fletcher arriva in Italia come stagista da Ceretto per imparare a vinificare il Nebbiolo e poi tornare in Australia. L’impatto con il Belpaese, però, è folgorante. «Mi sono subito piaciuti tantissimo il cibo, la gente e il modo di vivere!», racconta.
Lo stage con la famiglia Ceretto è stato una grande opportunità. «Sia Marcello che Bruno sono stati dei mentori. Mi hanno insegnato molto per la vinificazione e per il business del vino», afferma Dave.
Dopo un secondo stage, arriva la decisione di acquistare l’uva e produrre il vino in Piemonte. Nel 2009 Fletcher parte con la sua etichetta, compra l’uva e usa l’attrezzatura presa in affitto da un’altra cantina. Una novità per le Langhe, dove i produttori sono da sempre proprietari della cantina e delle terre, di generazione in generazione. Parallelamente, nel 2010 Dave inizia la produzione di vino anche in Australia, dove la vendemmia avviene a marzo.
Fletcher nota però che il mercato rispondeva meglio in Italia, piuttosto che nella madrepatria. Nel 2012 l’ultima combinazione, quella decisiva. «A febbraio chiesi ad Alessandro Ceretto se avevano bisogno di un enologo. In quel momento loro lo stavano cambiando e mi dissero che dovevo essere in Italia per maggio. Era il momento giusto perché era nata la mia prima bambina e mia moglie avrebbe avuto due anni di maternità».
Dave diventa così assistente enologo di Alessandro Ceretto e, d’accordo con la famiglia, inizia parallelamente a produrre vino con la propria etichetta.
L’acquisto della vecchia stazione di Barbaresco all’asta bandita dalle Ferrovie, avviene nel 2015. L’anno dopo i Fletcher iniziano una faticosa ristrutturazione, essendo un edificio vincolato. Il primo piano oggi ospita l’abitazione di Dave e della sua famiglia. Per quanto riguarda le terre, Fletcher spiega: «Abbiamo acquistato quattro ettari e due sono in affitto per almeno dieci anni. L’acquisto dei vigneti è difficile. Noi continuiamo a comprare parte dell’uva».
Dave è orgoglioso del suo lavoro. Mentre ci fa visitare la stazione, sottolinea che, partendo da zero, è riuscito a creare due cantine e un capannone a Neive. Ma perché una stazione aveva una cantina nel piano interrato? Dave spiega che era il luogo dove il capostazione, molti anni fa, produceva vino per consumo personale.
Oggi la cantina Fletcher wines produce quattro tipi di Barbaresco, oltre a Dolcetto, Barbera, Favorita e Chardonnay, per un totale di 30mila bottiglie ogni anno. Arcato è il nuovo prodotto, nato da poco. Si tratta di un Moscato fermentato sulle bucce, una fusione di Arneis e Moscato, da cui prende il nome. Fletcher gioca anche con le tecniche di vinificazione: «La Barbera la produco con il 50% dei grappoli interi, non lo fa nessuno da queste parti».
I mercati di riferimento sono l’Europa e l’Australia per un totale di 21 Paesi. Vengono anche forniti alcuni ristoranti stellati della zona. Dave conclude: «Vorrei anche dare merito a mia moglie Eleanor, senza la quale non avrei potuto fare tutto questo. Ha cresciuto i bambini e ha lavorato sodo mentre io passavo tutto il mio tempo a far crescere l’azienda».
Filippo Bonardo Conti
