
ALBA Sacerdoti e persone comuni non hanno esitato nell’Albese ad aiutare gli ebrei perseguitati dal nazismo e dal fascismo negli anni più bui nel secolo scorso: ne tratta un libro fresco di stampa di Lorenzo Tablino dal titolo I giusti albesi. Uomini e donne che non sono stati indifferenti. Il testo, con la prefazione del vescovo Marco Brunetti, è correlato all’ottantesimo anniversario della morte a Dachau del beato Giuseppe Girotti, il religioso e biblista albese annoverato tra i giusti tra le nazioni per il suo impegno a favore degli ebrei durante l’Olocausto.
Ma chi sono i giusti? Lo spiega monsignor Brunetti a inizio volume: «È un termine che prendiamo a prestito dall’Antico e dal Nuovo testamento. Sono uomini di Dio, capaci di testimoniare l’amore verso gli altri. Sappiamo che Israele, a Gerusalemme, in un grande memoriale dal nome Yad Vashem, ricorda moltissimi giusti che hanno aiutato, soccorso, riabilitato e salvato gli ebrei durante la persecuzione nazista. Fra questi ci sono numerosi italiani, ma è bello ritrovare anche alcuni albesi. Tutto ciò credo serva non solo per la memoria, ma a educare il futuro delle nostre generazioni, affinché queste cose non accadano più. Quanto sta succedendo oggi nel mondo con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente potrebbe fare pensare che certe lezioni bastano mai, ma non è così. Noi vogliamo, attraverso le figure narrate in questo testo, diventare operatori e artigiani di pace ed esprimere la speranza che questi eccidi, queste violenze, questi soprusi non avvengano più in mezzo a noi e in nessuna parte del mondo».
Il volume dell’enologo e giornalista Lorenzo Tablino, dato alle stampe da Langhe Roero Monferrato edizioni, sarà presentato martedì 25 marzo alle 17 nella sala consiliare di Alba.
I giusti albesi. Uomini e donne che non sono stati indifferenti è stato fortemente voluto dall’associazione Beato padre Giuseppe Girotti in collaborazione con il centro culturale San Giuseppe. Per questo saranno presenti all’incontro – accanto all’autore, al sindaco di Alba Alberto Gatto e al parroco della cattedrale don Dino Negro – i due presidenti, Renato Vai e Roberto Cerrato.

Per circa due anni Tablino ha portato avanti una minuziosa ricerca storica in merito a quanti hanno protetto e salvato famiglie ebree dalla deportazione e dallo sterminio a rischio della vita. Anche nelle nostre zone ci sono stati individui coraggiosi, spesso sconosciuti, che a vario titolo e in modi diversi sono intervenuti. Significa che l’indifferenza non ha vinto affatto, poiché tanti hanno condiviso il dramma che si stava consumando, agendo secondo coscienza per aiutare chi era perseguitato.
Il volume raccoglie in 248 pagine cinquanta testimonianze legate a uomini e donne provenienti da diverse classi sociali: contadini, viticoltori, professori universitari, imprenditori, avvocati e professionisti. Oltre alle interviste ai protagonisti o ai loro discendenti, il libro è arricchito da materiale fotografico molto interessante e spesso inedito, con una serie di capitoli accessori per descrivere il dipanarsi della follia nazista.
Commenta Renato Vai, dell’associazione Beato padre Giuseppe Girotti: «La diocesi di Alba annovera undici giusti riconosciuti da Israele con un albero d’ulivo e il nome inciso a Yad Vashem. A questi vanno aggiunte altre persone, alcune delle quali non ancora note, che hanno aiutato ebrei, perseguitati, sfollati, militari e partigiani. Il compito che si è prefissato la nostra associazione posta sotto la protezione del beato Girotti è di portare a conoscenza della comunità le loro azioni coraggiose. I nominativi saranno inseriti presso la sala che ha sede nella chiesa di San Giuseppe di Alba come giusti tra gli albesi. Insieme ai nostri volontari continuiamo nella ricerca, affinché si possano scrivere le loro biografie e narrare tutte le loro storie».
Maria Grazia Olivero
