La parola ai giovani: sogni e paure davanti a 5mila euro con l’indagine della cooperativa Orso

La ricerca-azione Giovani? Noi li ascoltiamo sarà presentata ad Alba in sala Riolfo venerdì 28 marzo dalle 14.30 alle 16.30 alla presenza di alcuni ragazzi che hanno aderito al questionario e agli educatori della cooperativa Orso.

La parola ai giovani:  sogni e paure davanti a 5mila euro

L’INDAGINE Quali sono i sogni, la passioni, gli interessi e i desideri dei giovani di oggi? Qual è il loro rapporto con i social network e quali le loro attività preferite? Quali le paure e gli ideali di riferimento?

Sono domande di questo tipo quelle che la scorsa estate la cooperativa Orso, con il supporto di Luca Davico (del Politecnico di Torino), ha deciso di somministrare a 219 ragazzi residenti nelle province di Torino e Cuneo (Alba, Bra e Savigliano) di età compresa tra i 14 e i 29 anni. «Per capire come stanno i giovani di oggi abbiamo deciso di chiederlo direttamente a loro», spiega Marco Canta, referente del progetto nato in memoria di due colleghe: Paola Pedemonte e Paola Vallino.

La parola ai giovani: sogni e paure davanti a 5mila euro

La ricerca-azione Giovani? Noi li ascoltiamo sarà presentata ad Alba in sala Riolfo venerdì 28 marzo dalle 14.30 alle 16.30 alla presenza di alcuni ragazzi che hanno aderito al questionario e agli educatori della cooperativa Orso.

«Il campione a cui abbiamo somministrato la ricerca è piuttosto ampio e rappresentativo dei giovani piemontesi. Li abbiamo suddivisi per fasce di età (under 20, 20-24 e over 24), dai ragazzi ai giovani adulti», spiega Canta.

Dai dati raccolti emerge che oggi pochi lavorano a tempo pieno (13%), negli altri casi si tratta di giovani semi-occupati (34%) o più spesso non occupati (53%). Di conseguenza, sono molti quelli che vivono ancora in famiglia. Le “cene a casa di amici” è l’attività preferita dalla maggioranza dei rispondenti, a seguire emerge lo sport, le passeggiate e i giri in bici. Poco diffuse invece le attività di carattere culturale. Ginnastica o palestra, sci e nuoto sono gli sport maggiormente praticati, mentre calcio o basket e danze o pallavolo restano fortemente differenziati per genere.

Scema l’adesione ai gruppi politici, mentre il 40 per cento dei giovani intervistati dichiara di fare volontariato. L’età anagrafica è sicuramente un fattore che crea delle spaccature. «Nonostante alcune affinità, a età diverse corrispondono bisogni e possibilità specifiche», spiega Canta. Da quanto emerso nella ricerca della cooperativa, «tra i più giovani (under 20) emerge con forza una dimensione ludica tra sport, ballo e divertimento, mentre i giovani adulti sembrano essere interessati maggiormente ad attività culturali, concerti, viaggi e cene tra amici».

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È difficile generalizzare, ma «alcune diversificazioni sono visibili in alcuni ambiti, primo tra tutti l’utilizzo dei social. Alcuni ragazzi sono iperconnessi tra WhatsApp (96%), Instagram (89%), Linkedin (84%) e YouTube (80%), piattaforme su cui passano diverse ore al giorno, mentre altri sono decisamente meno attirati».

L’età condiziona anche i valori di riferimento. Se i più condivisi restano famiglia e amicizia, ma anche uguaglianza e realizzazione personale, il successo non viene preso in considerazione da nessuno. In questo contesto pure il genere gioca un ruolo importante. Si legge nel rapporto: «le ragazze credono nell’amicizia, nella pace, nella solidarietà, nella scuola e nei servizi sociali, mentre i ragazzi dichiarano di fare più sport e di credere nell’uguaglianza, nella famiglia e nell’importanza di investire il denaro».

I dati raccolti sono stati rielaborati e alcune risposte hanno attirato l’attenzione degli educatori. «In particolare ci ha colpito l’atteggiamento dei ragazzi per il futuro, per molti caratterizzato dalla preoccupazione per l’incertezza lavorativa e dall’instabilità. Per quanto riguarda i valori di riferimento le risposte sono polarizzate: alcuni pensano a costruire un contesto positivo per sé stessi, altri hanno uno sguardo rivolto verso le questioni globali».

L’attenzione delle nuove generazioni è catalizzata da due punti chiave: la crisi ambientale e la guerra. «È un dato interessante, sono temi che vent’anni fa nessuno avrebbe menzionato. Sorprende anche la paura del futuro particolarmente diffusa tra i più grandi e le ragazze». A proposito di futuro, «la maggior parte tra 10 anni si immagina con un lavoro stabile, una famiglia, una casa di proprietà o all’estero», aggiunge Canta.

E ancora: «Le risposte sono curiose anche per la domanda: “Cosa faresti se avessi 5mila euro?”. La maggior parte destinerebbe la cifra ai viaggi ma, con una visione proiettata al domani, in molti preferiscono “mettere da parte”».

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Ora «non ci resta che passare alle azioni concrete con progetti creati per le nuove generazioni», conclude Marco Canta.

 Elisa Rossanino

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