Tutto dipende solo da me e dalla mia forza di volontà: la solitudine degli uomini che pensano di potere controllare il corso degli eventi

Tutto dipende solo da me e dalla mia forza di volontà: la solitudine degli uomini che pensano di potere controllare il corso degli eventi

EMERGENZA/4 Il modo in cui le persone si rappresentano il mondo e la possibilità di influenzarlo condizionano i parametri di salute psicologica individuale e della società. «Da chi dipenderà il destino del tuo futuro?», abbiamo chiesto nella terza domanda del questionario. Oltre il 37% del campione, a grande maggioranza, quindi, risponde: «Da me stesso e dalla mia volontà». In una cultura piuttosto antropocentrica, l’uomo tende a ipervalutare sé stesso e ritiene di potere controllare il corso  degli eventi, trascurando altre variabili, come il destino (soltanto il 9% sceglie infatti questa risposta); e anche le altre opzioni hanno percentuali poco incisive: «I movimenti sociali e politici che si sviluppano dal basso» sono indicati dal 5,3% dei nostri lettori digitali; «Le persone che ci circondano» dal 4,8%.

L’uomo moderno nella nostra società sembra percepirsi caricato di responsabilità immani e forse eccessive, avvolto in una condizione di solitudine, dove tutto dipende dall’io e sono scarse le possibilità d’incidere sulle situazioni attraverso, ad esempio, i legami affettivi e l’aggregazione. Il 23% delle persone peraltro mostra un grande senso di delega dei compiti all’esterno, dichiarando che il futuro «dipende oggi soprattutto dai politici che ci governano».

Il questionario prosegue, domandando, circa il futuro: «Qual è la sensazione collettiva che incrementerà con particolare intensità?». Il 29,6% sceglie qui come risposta la confusione, il 17,2% la paura, il 16,7% la rabbia, l’11,8% la speranza. Appare su questo livello l’immagine di un futuro fosco, attraversato da pensieri negativi. Il morale è dunque basso, fiaccato dal timore per la pandemia e da anni di politiche avulse dal reale, autoreferenziali, clientelari e anche molto poco lungimiranti. Tanto che, alla domanda: «Quanto ti fa paura il futuro da 1 a 10?», la maggioranza si colloca tra 6 e 8. Sono pochissime le persone che attribuiscono un punteggio tra 1 e 3 ovvero che assicurano di non avere affatto paura. Il tessuto sociale pare frammentato e disorientato, ma una speranza d’integrazione rimane viva fino a quando una nicchia minoritaria protegge la fiamma della speranza.

r.a.

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