Un legame antico e due ombrelli: storia di straordinaria normalità

Un legame antico e due ombrelli: storia di straordinaria normalità

LA STORIA Roberto e Andrea hanno incrociato i loro sentieri oltre un decennio fa a Venezia. Roberto abitava a Milano e Andrea vicino a Torino. Andavano lì per svago e c’è stata una coincidenza che li ha appaiati: «Pioveva molto forte e io avevo un ombrello rosso, con i puntini bianchi sopra. Imitava la forma di un fungo. A un certo punto sotto un lampione ho visto un uomo solo col mio stesso ombrello. Non ci credevo, così mi sono avvicinato e abbiamo iniziato a parlare. Mi ha fatto tenerezza, perché aveva le scarpe fradice. Ho visto in lui una parte di me che non sapevo di avere. È così che ci siamo innamorati».

Roberto e Andrea raccontano differenze multiple: amano musiche opposte, uno pratica sport e l’altro no, a uno piace mangiare e all’altro la dieta, uno adora il calcio e l’altro lo odia. Uno è socievole, l’altro introverso e ritirato. «Eppure ci sentiamo legati da qualcosa di talmente antico da superare ogni razionalità. Se dovessimo dire cosa ci unisce, non sapremmo metterlo a parole e questa forse è la cosa più bella».

Dopo Venezia il destino li ha trasportati nei dintorni di Alba, in un paesello di 600 abitanti. Oggi spartiscono un’abitazione in campagna con un giardino e un cane. «Possiamo dire con orgoglio di rappresentare il primo esemplare di coppia omosessuale mai vissuta in questo piccolo angolo di mondo», raccontano scherzando. E aggiungono: «Abbiamo sempre vissuto il nostro corpo, il legame d’amore e la sessualità liberamente. Ci siamo sempre sentiti uomini a cui piacciono gli uomini, fin da piccoli, cresciuti in famiglie che ci hanno voluto molto bene e siamo grati perché ci hanno accompagnato durante tutte le tappe di vita con fiducia e amore».

La coppia abita uno stato di normalità che è sufficiente a sé stessa: «Nessuno nel piccolo paesino in cui viviamo ha mai trovato anomalo il nostro rapporto. Anzi, mi sembra che anche le persone più anziane o conservatrici, si comportino con noi con assoluta normalità, accettandoci come coppia. Per scherzare diciamo sempre che questo piccolo paesino di Langa è meglio di Los Angeles per capacità di integrazione sociale e rispetto dei diritti. Giriamo mano nella mano, ci baciamo in pubblico senza remore e le notizie di discriminazione o pregiudizio che ascoltiamo in televisione sembrano appartenere a mondi remoti. La nostra storia dimostra che le persone non sono tutte chiuse o incattivite. Nelle Langhe esistono comunità rurali vive e sincere».

Roberto e Andrea raccontano di come nella loro storia di meravigliosa normalità soltanto una volta si siano sentiti discriminati. «Eravamo per strada ad Alba e qualcuno ha urlato un insulto nel vedere che ci tenevamo per mano; ma noi ci sentivamo liberi e in pace con noi stessi. Quindi abbiamo fatto finta di niente e siamo andati avanti per la nostra strada. Per salvaguardare i diritti e le libertà individuali, c’è ancora molta strada da fare ma siamo fiduciosi».

Maria Delfino

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