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Il riscatto del tartufo nero

Finora il Tuber melanosporum, comunemente conosciuto come tartufo nero, dal suo legame con il “bianco” ha tratto più svantaggi che benefìci, tanto da essere considerato come un tartufo di serie B.

Sicuramente meno raro e pregiato dell’illustre parente, il tartufo nero ha comunque caratteristiche organolettiche e gustative che lo rendono, a suo modo, un’eccellenza. Per questo, attorno al fungo simbionte più scuro ruoterà il rilancio dell’alta Langa.

Se n’è parlato nel convegno “Tartufo nero, risorsa per l’alta Langa”, che ha inaugurato ufficialmente la prima edizione di Alta Langa qualità, a Cortemilia.

Tartufo Nero

La prima mossa da fare sarà quella di svincolare il tartufo nero da “pericolosi” accostamenti. A sostenerlo è il direttore del “Centro nazionale studi sul tartufo” Mauro Carbone, il quale ha annunciato che, da qui ai prossimi mesi, non si parlerà più genericamente di tartufo nero, ma di “Nero del Piemonte”.

«L’obiettivo è quello di evitare che il tartufo nero venga considerato come il fratello minore di quello bianco», ha spiegato Carbone, precisando che sarà anche necessario esltarne le peculiarità, a partire da quelle legate all’utilizzo culinario: «In fase di promozione sarà indispensabile tenere conto del fatto che il nero è, a tutti gli effetti, un ingrediente e che, come tale, lascia molta libertà allo chef».

Sulla stessa posizione si sono allineati Elio Archimede, autore del libro L’altro tartufo, e l’ex direttore dell’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente) Mario Palenzona, il quale si è soffermato sulla possibilità di legare la corilicoltura alla coltivazione del “nero”. Infatti, il tartufo nero, a differenza di quello bianco, può anche essere coltivato artificialmente e cresce in associazione a piante di roverella, leccio, carpino nero e soprattutto nocciolo.

Non solo tartufo, però. Com’e emerso un anno fa durante Hi-food, il rilancio dell’alta Langa dovrà anche passare attraverso la valorizzazione delle altre primizie del territorio, nocciola in primis. Lo ha ricordato il presidente dell’Ente fiera della nocciola Flavio Borgna: «Facendo leva sulla “Tonda gentile delle Langhe”, certificata scientificamente come la più buona del mondo, vorremmo portare tra queste colline i turisti che solitamente si fermano ad Alba e, di conseguenza, ridare slancio all’economia locale».

Per il presidente del Centro nazionale studi del tartufo Giacomo Oddero un ruolo chiave spetta allo spumante “Alta Langa brut Docg” che, con un pizzico di ambizione in più, potrebbe diventare il… Barolo langarolo. Il vicepresidente della Provincia Giuseppe Rossetto ha espresso parole di stima nei confronti delle Langhe e dei suoi abitanti che, nonostante le difficoltà legate alla pessima rete stradale e alla complicata posizione geografica, hanno saputo crescere, mentre il senatore Tomaso Zanoletti, originario della capitale della nocciola, ha evidenziato la necessità di fare fronte comune davanti alle problematiche che da tempo affliggono le Langhe.

Enrico Fonte

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