Quanto è indigesta la finanza d’agosto

Franco Foglino non si sbilancia. Contattato da Gazzetta per le prime considerazioni sulla nuova manovra anticrisi, l’Assessore comunale al bilancio ha preferito non azzardare pronostici, perché la situazione è troppo «fluida, e le certezze di oggi potrebbero essere smentite domani».

Foglino, stando alle ultime dichiarazioni dei leghisti Calderoli e Maroni, è quasi certo che qualcosa verrà rivisto. Ma proviamo a immaginare che la proposta di riforma non venga modificata. Cosa accadrebbe nell’albese?

«Se la manovra venisse approvata così com’è stata proposta, il nostro Comune potrebbe vedersi aumentare i propri confini, a condizione che i Comuni limitrofi al di sotto dei mille abitanti ne facciano richiesta».

Sarebbe una soluzione?

«Assolutamente no. I piccoli Comuni devono continuare a esistere, in un’ottica di salvaguardia del territorio e della democrazia spicciola e reale».

Dal punto di vista finanziario, quali potrebbero essere le ripercussioni?

«La manovra si sovrappone a quella dello scorso anno, che aveva già stabilito un taglio dei trasferimenti statali per il 2012: 600 mila euro in meno per quanto riguarda Alba. Inoltre, per gli anni 2012 e 2013, la manovra prevede un ulteriore recupero di due miliardi di euro sui Comuni, con la nostra città che sarà chiamata a corrispondere una gabella di circa un milione di euro. Abbiamo avuto la certezza, precisata in uno specchietto specifico, che tra il 2010 e il 2011 i trasferimenti ministeriali per il nostro Comune si sono ridotti di 1.200.000 euro, cifra che su un bilancio da 25 milioni di euro di spese correnti pesa per quasi il 5%. In queste condizioni, non è facile mantenere la portata e la qualità dei servizi».

In che modo il Governo recupererà queste risorse?

«Non è ancora chiaro se lo farà con tagli dei trasferimenti (minori importi trasferiti dal Ministero agli enti locali) oppure con un incremento del Patto di stabilità, il che significherebbe un’ulteriore riduzione delle disponibilità da investire. I tecnici sono piuttosto concordi nel ritenere più probabile che il recupero avverrà attraverso lo strumento del Patto e, se l’ipotesi verrà confermata, salvo equilibrismi contabili difficilmente percorribili, si dovranno ridurre ulteriormente le opere pubbliche, mentre si potrà continuare a spendere sulla spesa corrente, peraltro già erosa dalla finanziaria 2010».

I Comuni come potranno controbilanciare i tagli?

«Il Governo, dopo aver tartassato i Comuni, ha concesso loro di elevare l’aliquota Irpef (prima bloccata) fino allo 0,8%. Una mossa strategica per salvarsi la faccia. Il Governo dichiara di non aver aumentato le imposte ai cittadini, ma di fatto, avendo diminuito i trasferimenti agli enti locali, è come se lo avesse fatto, in quanto i Comuni, in molti casi, per far fronte ai tagli, sono costretti a rincarare le tasse».

Potrebbero esserci conseguenze negative anche per quanto riguarda il personale, vero?

«Alcuni provvedimenti preoccupano parecchio: dal prolungamento del blocco contrattuale, passando per le penalizzazioni retributive spettanti a chi non raggiunge gli obiettivi, fino ad arrivare a un ulteriore aggravio alla possibilità di nuove assunzioni. Oggi non si possono dare giudizi definitivi, perché alcuni testi sono confusi e contraddittori».

Enrico Fonte

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