In Italia, secondo i dati che emergono da una ricerca condotta in tutta Europa da At Kearney per conto di Visa, l’economia sommersa si calcola in 330 miliardi di euro. La sensazione è di essere davanti a un male endemico, difficile da combattere. L’Istat ha valutato che l’evasione rappresenta il 16-17 per cento del Prodotto interno lordo – per altre indagini si arriva oltre al 20 –, denaro sottratto al sistema sociale del Paese. Anche per questo la pressione fiscale, come dimostrano i dati di Confesercenti, nel 2013 raggiungerà il record storico del 44,8 per cento, aggiudicando all’Italia il triste primato di Paese con le tasse più elevate in Europa.
La lotta all’evasione è peraltro una priorità dell’attuale Governo tecnico presieduto da Mario Monti. Ma, se così è, non si capirebbe l’eliminazione del Consiglio tributario, un organo istituito a livello comunale per comunicare con l’Agenzia delle entrate e facilitare le procedure di rientro del capitale sottratto indebitamente. Il 6 dicembre scorso, infatti, il Consiglio tributario è stato soppresso e si è in attesa di aggiornamenti. Secondo il Comune di Alba è questa decisione a frenare la lotta all’economia sommersa. In ogni caso, l’incentivo fiscale al recupero dell’evasione per i Comuni resta.
Nel giro di pochi anni la percentuale di capitale recuperato spettante al municipio, che collabora con l’Agenzia delle entrate, è passato dal 33 al 100 per cento nel 2012, con agevolazioni sul Patto di stabilità. Alba in quattro anni – dal 2008 al 2011 – ha recuperato oltre due milioni di euro di tasse evase. Lo spiega l’assessore alle finanze Franco Foglino: «Nonostante le difficoltà operative sempre maggiori alle quali siamo costretti, le misure di contenimento dell’evasione fiscale ad Alba danno ottimi risultati. Attraverso i nostri controlli incrociati nel 2008 abbiamo recuperato 508 mila euro, aumentati nel 2009 a 533 mila e nel 2010 a 542 mila. Per il 2011 dovremmo oltrepassare la soglia di 550 mila euro. Calcolando un’entrata tributaria di 10 milioni, il recupero di circa 500 mila euro dall’evasione significa una buonissima percentuale. Il 60 per cento della cifra viene dalla riscossione dell’Ici, 30 dalla Tarsu e 10 da altri tributi».
Anche l’Amministrazione civica di Saluzzo è un caso positivo di lotta all’evasione. «L’Amministrazione è attiva da tempo su questo fronte. Il “patto” sottoscritto con l’Agenzia delle entrate è stato un modo per rafforzare la nostra politica», precisa Fulvia Artusio, vicesindaco della città, la quale prosegue: «Dal 2004 al 2011 abbiamo recuperato circa 3 milioni di euro con controlli incrociati su Ici, Tarsu e Tassa sulla pubblicità, fondi utilizzati per sostenere le fasce deboli e i servizi sociali, che altrimenti non avremmo potuto aiutare. In otto anni abbiamo aumentato il fondo per i servizi sociali del 70 per cento: da 700 mila euro a 1 milione e 600 mila».
Quindi il Consiglio tributario non rappresenta l’unico strumento per la lotta all’evasione? Artusio: «Lo reputo abbastanza inutile. È un organo intermedio, del quale si può fare a meno. Esiste una convenzione firmata con l’Agenzia delle entrate: è sufficiente. Noi ci siamo coordinati a livello di uffici e comunichiamo all’Agenzia quanto non appare in regola».
Ma quanto capitale rientrerà grazie al patto fra Comuni e Agenzia delle entrate? Difficile, per ora, dirlo.
Avverte Lina Chialva, segretario provinciale Spi- Cgil di Cuneo: «Le difficoltà pratiche non devono rischiare di impantanare il cammino intrapreso, che segna una precisa volontà politica. L’impegno deve puntare a far diventare i patti realmente operativi, definendo strumenti tecnici e superando gli intoppi che si possono frapporre al recupero dell’evasione».
Maurizio Bongioanni