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Dal Corno d’Africa al quartiere Moretta

Abdullahi Abdelrashid abita alla Moretta, ha 29 anni e arriva dalla Somalia. È sbarcato a Lampedusa il 27 settembre 2008. Il viaggio dal Corno d’Africa alla Libia è travagliato e lo impegna per più di un mese. Parte da Mogadiscio spinto dai genitori che gli consegnano tutti i loro risparmi, stanco della guerra che dal ’91 affligge la popolazione. Raggiunge Gibuti in macchina e da qui impiega sei giorni di cammino notturno – a causa del caldo – per varcare il confine con l’Eritrea. È accompagnato da altri dodici ragazzi, anche loro con il sogno di un futuro migliore in Italia. La camminata prosegue fino al Sudan, dove aspettano alcuni camion pronti per attraversare il Sahara, sempre di notte.

Dopo ventidue giorni l’arrivo alla costa libica. Un barcone con cinquanta persone naviga per tre giorni fino a Lampedusa. Abdelrashid, insieme ad altri rifugiati politici, viene destinato a Frosinone. Trascorrono sei mesi prima che il giovane ottenga il permesso di soggiorno e il passaporto. Dopo notti trascorse nella stazione Termini di Roma, il giovane è inviato a Torino, in un centro di accoglienza per i profughi. Segue una breve permanenza nel centro della Croce rossa a Settimo Torinese, poi Abdelrashid è assegnato ad Alba. Al suo arrivo gli è consegnato un alloggio, grazie al progetto Non solo asilo e alla collaborazione tra l’Ufficio stranieri, l’Amministrazione comunale, associazioni di volontariato – Ampelos, Donne in nero, Amnesty international – e le cooperative Orso e Alice. Un anno dopo Abdelrashid ha ottenuto un lavoro – a tempo indeterminato – e riesce a pagare le spese dell’affitto del piccolo appartamento, ha seguito corsi di italiano all’ Apro e ha partecipato a spettacoli teatrali.

Manuela Anfosso

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