Morire di sport: una fatalità

SALUTE – Notizie e immagini dei recenti fatti, anche luttuosi, avvenuti a sportivi professionisti hanno creato un’ondata emozionale globale. Come funziona il binomio tra sanità e sport? Lo chiediamo al direttore sanitario dell’Asl Francesco Morabito.
«La sanità pubblica in campo sportivo è attiva, a tutti i livelli, non solo nei confronti dei professionisti e il sistema funziona. Dobbiamo, prima di tutto, suddividere ciò che è relativo all’idoneità alla pratica sportiva dal servizio di soccorso d’emergenza. Fin dall’infanzia prima il pediatra e poi il medico di base devono seguire le esigenze di pratica sportiva del paziente. Quando l’attività diventa agonistica, poi, l’atleta viene sottoposto a una visita, che a seconda della disciplina prevede tutta una serie di esami clinici e strumentali per valutare l’idoneità agli sforzi che lo sport comporta». Tali visite vengono eseguite, in ambito pubblico, dai centri di medicina sportiva di Alba e Bra.
Gli accertamenti, però, non escludono ogni rischio poiché l’evento fatale è sempre possibile. «In caso di emergenza anche in ambito sportivo la competenza dei soccorsi spetta al sistema 118, che in Piemonte è ben organizzato e funzionante», spiega Morabito. Nei recenti casi di cronaca le polemiche sui soccorsi si sono sprecate. Non è comunque possibile assicurare un presidio d’emergenza per ogni manifestazione sportiva, visto che ogni settimana, tra agonisti, non agonisti, junior e senior sono centinaia le partite di ogni disciplica che si disputano in una città come Alba.
«Il 118 è efficace e capillare e contribuisce quotidianamente a salvare delle vite», aggiunge Enzo Aluffi, dirigente del reparto di pronto soccorso ed emergenza dell’Asl. «Ciò che si può fare è aumentare la conoscenza e la competenza di chi va in campo – la conoscenza base delle procedure di soccorso dovrebbe essere patrimonio culturale di tutti gli sportivi – e, soprattutto il coordinamento tra società, squadre, centri di medicina dello sport, Comuni, federazioni ed enti».
Per quanto riguarda i defibrillatori?
«La legislazione italiana prevede che il defibrillatore venga utilizzato dai soccorritori del 118, che ne hanno una precisa competenza», spiega Morabito. Tra l’altro l’Asl albese è molto impegnata su tali temi, con il progetto Ragazzi per la vita, illustrato nello spazio sotto.

Giulio Segino

foto Marcato

Corsi di rianimazione in tutte le scuole

PROGETTO – La rianimazione cardiopolmonare di base, cioè quello che è possibile fare con le proprie mani, senza strumenti a disposizione nelle scuole? L’Asl Alba-Bra ci crede molto e fin dal 2002 ha in atto il progetto Ragazzi per la vita che ha permesso di formare 9.350 studenti delle scuole superiori e di “richiamarne” 1.780 per un corso di aggiornamento. «In pratica il 6% della popolazione locale ha seguito un corso per imparare a riconoscere una situazione critica; per badare alla propria e all’altrui sicurezza, per fare una telefonata corretta al 118; per eseguire il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, disostruire le vie aeree se necessario, nell’attesa del 118», spiega Luigina Capra, responsabile del progetto. «La qualità dei corsi è molto buona, ma quello che è forse più interessante», spiega Capra, «è che gli allievi percepiscono di poter essere protagonisti nel portare la vita a chi ne ha necessità».

All’ospedale di Bra apre l’ambulatorio per curare gli infortuni degli sportivi

“L’Asl Cn2 viene incontro alle esigenze degli sportivi e attiva un servizio ambulatoriale di traumatologia dello sport, che entrerà in funzione dal 2 maggio a Bra. Atleti agonisti o amatoriali che abbiano subito traumi o lesioni nel corso della loro pratica sportiva possono rivolgersi al nuovo ambulatorio chiedendo l’impegnativa al medico di base con richiesta esplicita di “visita specialistica ortopedia sportiva” più un documento della società sportiva di appartenenza che descriva le modalità del trauma e prenotando la visita telefonando al numero verde 800-530.530 del Centro unico prenotazioni o presentandosi allo sportello delle prenotazioni dalle 8 alle 18.
Le visite traumatologiche con eventuali ulteriori indagini (ecografie muscolo-scheletriche) e i relativi trattamenti (bendaggi funzionali, infiltrazioni) si effettuano al Centro di medicina e traumatologia dello sport all’ospedale Santo Spirito di Bra.
Il servizio è diretto da Cesare Ferro, che ne illustra le prerogative: «Per Alba e Bra è una esperienza nuova, mutuata però da altre Asl piemontesi. L’esigenza di un centro di medicina pubblica che intervenga sui traumi sportivi è sentito in zona. Finora le tante associazioni sportive hanno fatto affidamento alla sanità privata»
Tra le esigente imprescindibili che hanno gli atleti c’è la velocità di visite e cure. Spiega Ferro: «Cercheremo di garantire tempi celeri e abbiamo studiato un canale dedicato per le prenotazioni». L’ambulatorio, tra l’altro, non andrà ad incidere sui costi dell’Asl, visto che sono stati utilizzati alcuni locali ristrutturati di recente ma al momento vuoti. Per far conoscere il servizio, inoltre il dottor Ferro e il suo staff incontrerà gli amministratori dei centri principali del territorio chiedendo che gli uffici dei vari municipi in contatto con le associazioni sportive provvedano a diffondere le informazioni sull’ambulatorio di traumatologia sportiva.

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