Alba-Asti, addio al treno?

Servono 15 milioni per ammodernare la linea. La Regione parla di ramo secco e pensa ai bus

TRASPORTI – La linea ferroviaria Asti-Alba, ferma dal 2010 e destinata a mai più ripartire torna a far parlare di sé. Nei giorni scorsi Giorgio Galvagno e Marco Violardo, rispettivamente sindaci di Asti e Castagnole delle Lanze, si sono incontrati per discutere del problema e degli interventi necessari alla realizzazione di una galleria collocata lungo il tratto tra i due Comuni per raggiungere Alba. Nonostante numerose sollecitazioni agli uffici interessati, i lavori procedono a rilento, mentre sarebbe necessario, secondo le due amministrazioni, che i binari siano ripristinati quanto prima.
L’intenzione di Galvagno è di sviluppare l’asse Asti-Alba identificandolo con il progetto “Enolandia”, che si basa sull’unione delle “terre del vino piemontesi”: Langhe, Monferrato e Roero che, a detta del Sindaco, storicamente condividono patrimoni naturali, paesaggistici, culturali, storici, tecnologici ed enogastronomici. Insomma sarebbe, la linea del “treno del vino”.
Probabilmente non sarà sufficiente far passare il valore enogastronomico della tratta per far sì che i lavori siano davvero realizzati. Da Alba c’è la volontà di capire come si possa recuperare la linea, ora in stato di abbandono: «Stiamo attendendo le decisioni della Regione», ha dichiarato Giovanni Bosticco, assessore ai trasporti. «Il tratto ferroviario è visto come un ramo secco, cioè che non raggiunge la soglia minima dell’8% di traffico e perciò va sostituito dagli autobus. Per ora il numero di autobus è forse minore rispetto alla reale necessità della popolazione, ma a parte questo io sono scettico nel definire la tratta Asti-Alba come ramo secco. Sì che il treno costerebbe 12 euro al km, ma è anche vero che si possono trasportare molti più pendolari rispetto al pullman».
Oltre alla galleria già citata che interesserebbe i due Comuni dell’astigiano, c’è poi un’altra galleria, la galleria Ghersi tra Alba e Barbaresco, che andrebbe messa in sicurezza, dal momento che esiste ma è pericolante. Un investimento da 15 milioni di euro che spaventa l’Amministrazione regionale.

Maurizio Bongioanni

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