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IL GIOCO d’azzardo SCONFITTO

LUDOPATIA La psicopatologia è come acqua. Informe per natura, può calzare ogni contenitore, pure un Gratta e vinci, una slot machine, un torneo di poker on line. Il gioco d’azzardo patologico è uno dei tanti modi in cui si declina la sofferenza, l’alienazione sociale, la miserabilità odierna. È un’epidemia in espansione quella del gioco, a giudicare dai numeri.

In Piemonte, negli ultimi anni, i pazienti affetti in formagrave da ludopatia sono quadruplicati.

I casi presi in carico dai Servizi territoriali (Sert) regionali delle Aziende sanitarie sono oggi 950, con una media di “soggetti a rischio” più elevata di quella nazionale (il 6,2 per cento contro il 5,4).

Il dato più allarmante riguarda i giovani: il 42 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni dichiara di aver già provato a giocare.

Se spostiamo la lente sul Paese, emerge come in media ogni italiano spenda 1.300 euro l’anno per tentare la fortuna, uno stipendio a testa. Nei primi dieci mesi del 2 0 1 2 la raccolta del gioco d’azzardo ha superato i 70 miliardi di euro, in crescita del 13 per cento sullo stesso periodo del 2011. Oltre il 50 per cento della cifra arriva dalle slotmachine, il 15 per cento dal poker on line e il 12 dalle lotterie, sia quelle tradizionali (quasi scomparse) che quelle istantanee (più note con il nome di Gratta e vinci).

Perciò il Piemonte ha deciso di sfoderare la spada, intervenendo su chi giocatore potrà diventarlo in futuro. Èappena partita la campagna di prevenzione Fate il nostro gioco, condotta dall’associazione di comunicazione scientifica Taxi1729 (vedi anche intervista a lato) negli istituti secondari superiori.

L’obiettivo è smitizzare il gioco d’azzardo, sgonfiarne l’aura di fascino che lo circonda, detronizzare il tiranno grazie all’aiuto di una fidata compagna, la matematica. Gli esperti di Taxi1729 sveleranno le probabilità di perdita e vincita, le variabili e le incognite, gli ingranaggi su cui si basa qualsiasi lotteria.

L’iniziativa è finanziata dalla Regione Piemonte, unica in Italia ad aver ingaggiato una simile battaglia. Un intervento dai risvolti non solo umani, ma anche economici dato che aumentano anche i piemontesi disposti a sacrificare il proprio patrimonio per tentare la fortuna. La tappa albese del tour è prevista il 6 marzo (ore 10) all’Einaudi di via Ferrero 20. Parteciperanno 100 ragazzi. Non sarà sufficiente un solo intervento a correggere la prospettiva, mala prevenzione rinforzerà la consapevolezza.

Matteo Viberti

Ci prova Taxi1729

INTERVISTA Parliamo con Diego Rizzuto, uno dei fondatori di Taxi1729, società di comunicazione scientifica che conduce nelle scuole piemontesi la campagna di prevenzione contro il gioco d’azzardo patologico.

Lavorerete nelle classi delle superiori di tutto il Piemonte. Comefarete per convincere i ragazzi sulla pericolosità del gioco d’azzardo, Rizzuto?

«Il metodo utilizzato è chiamato “conferenza-spettacolo”. L’interazione con gli studenti è giocosa, dura un’ora e mezza (integrata con l’intervento di un operatore sanitario) e si propone di raccontare le ragioni per cui la gente gioca d’azzardo, il come gioca, le probabilità di vincita, quelle di perdita, eccetera. Raccontiamo ciò che i ragazzi dovrebbero sapere prima di entrare in tabaccheria e attaccarsi a una slot machine. La campagna preventiva non è orientata a eliminare il desiderio verso il gioco. L’azzardo non è per forza malato, non ha mai fatto male a nessuno comprare un Gratta e vinci ogni tanto. Non parliamo del tabacco o dell’eroina, sostanze che non si dovrebbero nemmeno provare. Il nostro obiettivo è rendere consapevoli sui reali rischi, limiti e sui confini tra patologia e normalità».

E, per farlo, userete la matematica.

«Sì. Nelle classi simuleremo un’estrazione del gioco Win for life, con schedine del tutto simili a quelle reali. Senza spendere un euro, gli studenti potranno “toccare con mano” il meccanismo di funzionamento del gioco, rendersi conto delle reali possibilità di vincita o perdita, delle proporzioni e delle probabilità».

A quando ammontano le probabilità di vincita al Superenalotto, gioco prediletto dagli italiani?

«La probabilità di fare 6 al Superenalotto giocandosi una sestina (6 numeri) è 1 su 622 milioni e 614 mila. Ovvero, la stessa probabilità di pescare, bendati, l’unico coriandolo rosso in una stanza di 20 metri quadrati completamente riempita di coriandoli bianchi. Nel Superenalotto, poi, quando il jackpot è alto, sono moltissime le sestine giocate, la probabilità che qualcuno vinca si eleva. Ma la probabilità che qualcuno vinca è diversa dalla probabilità che una singola persona vinca. Se Garibaldi avesse iniziato a giocare nel 1861 tre volte a settimana fino a oggi, avrebbe avuto una probabilità su 25.000 di fare 6 al Superenalotto. Troppo poco, è evidente. Se l’homo sapiens avesse iniziato a giocare nel 200.000 a.C., tre volte a settimana fino a oggi, avrebbe avuto una probabilità su 20 di fare 6 al Superenalotto. Se l’homoabilis avesse iniziato a giocare 2 milioni e 500 mila anni fa, tre volte a settimana fino a oggi, avrebbe avuto una probabilità su 2 di fare 6 al Superenalotto. In pratica, la stessa probabilità di fare testa lanciando una moneta. Pensate se uscisse croce!».

m.v.

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