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Il pattume diventa ENERGIA VERDE

RIFIUTI Anche le società che si occupano di raccolta e trattamento rifiuti guardano con attenzione all’evolversi della situazione legata all’attuazione della nuova legge regionale (vedi articolo sotto). Nell’area albese- braidese un ruolo chiave è affidato alla Società per il trattamento dei rifiuti (Str), realtà interamente pubblica. Il presidente è Gianni Ranieri.

Str dovrebbe continuare a garantire il servizio di trattamento rifiuti per l’area albese- braidese. È così?

«Sì. Il Consorzio albese braidese servizi rifiuti (Coabser) ha costituito Str nel 2007, fissando al 31 dicembre 2030 (prorogabile) la sua scadenza. Str si occupa di trattare e conferire in discarica i rifiuti solidi urbani provenienti dai 55 Comuni del Coabser e continuerà a farlo. Soltanto una drastica, e del tutto improbabile, decisione da parte della costituenda Conferenza d’ambito potrebbe disporre un differente ciclo di trattamento dei rifiuti indifferenziati per il bacino albese-braidese ».

Str dovrà modificare la propria organizzazione?

«No. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti indifferenziati non si prevedono sostanziali variazioni delle attività di Str, che oggi fornisce il servizio utilizzando l’impianto di preselezione e trattamento di Sommariva del Bosco, la discarica di Sommariva Perno e impianti accessori (tra cui quello per il recupero del biogas e il trattamento del percolato). I dipendenti direttamente impiegati sono 15, ai quali vanno aggiunti quelli che si occupano della gestione delle 17 isole ecologiche e dell’impianto di compostaggio. Complessivamente i dipendenti di Str sono 24».

Gli impianti resteranno di vostra proprietà oppure passeranno alla Conferenza d’ambito?

«Le quote della nostra società appartengono ai 55 Comuni dell’area albese-braidese e non è possibile alcun passaggio di proprietà degli impianti».

Quante tonnellate di rifiuti arrivano al preselettore di Sommariva del Bosco?

«Nel 2012 sono state conferite 37.700 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati, di cui circa 2.000 di ingombranti non recuperabili. L’aumento di circa 1.000 tonnellate rispetto alle 36.700 del 2011 si spiega con il fatto che fino a un anno fa i rifiuti ingombranti venivano depositati all’impianto Acem di Magliano Alpi».

Quanto rifiuto pretrattato finisce in discarica?

«Lo scorso anno, nella discarica di Sommariva Perno, sono state conferite circa 16.000 tonnellate di rifiuti derivanti dal pretrattamento. Sono al contempo state prodotte e avviate al recupero (soprattutto energetico, presso l’impianto di incenerimento sito a Parona, in provincia di Pavia) circa 17.000 tonnellate di altri materiali».

Quanti anni di vita restano alla discarica?

«Con l’attuale flusso di rifiuti provenienti dal preselettore, si può stimare una durata di circa 2 anni e mezzo. A fine 2012, lo spazio ancora disponibile per i rifiuti era di circa 39.000 metri cubi, equivalenti a circa 40.000 tonnellate di rifiuti».

Quando sarà esaurita potrebbero verificarsi criticità?

«L’obiettivo è ridurre sempre più il quantitativo di rifiuti in discarica. E considerando l’ampiezza delle nuove discariche di Magliano Alpi (200.000 mc, gestita da AcemUnieco) e Villafalletto (600.000 mc, gestita da Ecodeco), albese e braidese non hanno motivo di preoccuparsi».

Come ridurre la quantità di rifiuti non riciclabili?

«Potenziando ulteriormente la raccolta differenziata e migliorando la fase di trattamento in modo da produrre meno pattume da discarica e più combustibile da rifiuti, tra cui l’innovativo carbonverde, derivato dalla lavorazione della frazione secca, che dal maggio 2010 la società Buzzi-Unicem sta bruciando in via sperimentale nella cementeria di Robilante ».

Come sta proseguendo la sperimentazione?

«Bene. A partire dal 2013, completando entro il prossimo aprile un investimento superiore ai due milioni di euro, trasferiremo al cementificio circa 10.000 tonnellate all’anno di carbonverde. In futuro, vorremmo poter trasformare in carbonverde tutti, o quasi, i rifiuti urbani indifferenziati. La produzione annua totale preventivata di carbonverde sarebbe di circa 30-35.000 tonnellate, mentre in discarica finirebbero soltanto circa 5.000 tonnellate annue di rifiuti».

Buzzi vi pagherà il carbonverde?

«Il recupero energetico della frazione secca presso i termovalorizzatori avviene sempre a titolo oneroso. Poiché il costituendo rapporto economico con la Buzzi-Unicem prevede il conferimento del carbonverde a titolo gratuito e il riconoscimento a Str di un contributo a titolo di compensazione dei costi di trasporto a Robilante, il costo complessivo per la produzione e il trattamento del carbonverde sarà per Str competitivo rispetto alle attuali alternative, come per esempio il conferimento al termovalorizzatore della provincia di Pavia. E il sistema di produzione del carbonverde consente il raggiungimento di migliori standard ambientali».

Un inceneritore nella Granda è da escludere?

«In Piemonte non esistono inceneritori e molte piattaforme di trattamento devono rivolgersi fuori regione. È in fase di completamento un impianto che servirà la provincia di Torino. Nel cuneese non penso ce ne sia bisogno a breve, almeno fino a quando Buzzi continuerà a ricevere dalle strutture di trattamento esistenti».

Enrico Fonte

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