Dichiarato fallito il Marachella Gruppo

TORINO. È stato dichiarato fallito il gruppo Marachella, azienda leader nel campo del turismo, della ristorazione e dei servizi che negli ultimi tre anni ha effettuato molti investimenti nella Granda. La pronuncia è arrivata nei giorni scorsi dal Tribunale di Torino, che ha nominato curatore fallimentare un professionista torinese che avrà ora 60 giorni di tempo per presentare la propria relazione.

Che la società multi servizi fosse in difficoltà era una cosa nota da tempo. Lo scorso febbraio, infatti, il giudice aveva già concesso al gruppo un concordato preventivo con riserva che avrebbe dovuto consentire all’azienda un progressivo rientro dal pesante passivo, stimato tra i 3 e i 4 milioni di euro. L’operazione si è rivelata però troppo ardua, come spiegano in una nota i diretti interessati: “Il Marachella gruppo spa, preso atto della impossibilità a proseguire la sua attività e delle difficoltà emerse nel corso del procedimento del concordato, ha presentato istanza di fallimento in proprio. Si conclude così il percorso dell’azienda che, negli ultimi anni, aveva investito nel settore turistico, realizzando e acquisendo strutture ricettive, di ristorazione e di intrattenimento culturale e sportivo”.

Le attività di Marachella si erano concentrate in particolare a Garessio, dove il gruppo ha in concessione la stazione sciistica e ha acquistato dalla Oerlikon la Graziano Trasmissioni. Nelle nostre zone l’azienda possiede diverse realtà alberghiere: la “Cantina Coluè” di Diano, il “Bvh” di Bene Vagienna, il “Golf Relais Monforte”, che ha riaperto i battenti in marzo dopo i lavori di restauro, e l’hotel “I Somaschi” di Cherasco, tornato recentemente operativo dopo alcuni interventi di manutenzione.

Tutte le strutture, fa sapere l’azienda, continueranno a operare in proprio: “Precedentemente al percorso concordatario, Marachella group aveva accettato, per garantire la continuazione dell’operatività delle diverse strutture e salvaguardare i collaboratori, di concedere in affitto i diversi rami d’azienda e pertanto di renderli autonomi. Le strutture ricettive, di ristorazione e di intrattenimento culturale e sportivo, proseguiranno senza interruzione alcuna la loro attività, a tutela dei dipendenti e dei clienti”.

ro.bu

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