Vino: sorpasso sulla Francia ma l’importante è la redditività

VINO È un 2015 trionfale per il settore vitivinicolo italiano. Secondo la stima della Commissione europea, il nostro Paese nella campagna 2015/2016 produrrà 48,869 milioni di ettolitri di vino, segnando un aumento del 13% rispetto al 2014-2015. Al secondo posto la Francia con 46,4 milioni di ettolitri (-1%), mentre al terzo posto si piazza la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri (-5%). Coldiretti segnala anche che in Italia si produce oltre un quarto (il 28 per cento) del vino europeo. L’Italia torna così a essere il primo produttore al mondo di vino, tra sorpassi e controsorpassi con i transalpini. Ma sono altri i dati a interessare il settore, come il sorpasso in termini di consumi: 320 milioni a 307 le bottiglie stappate nel 2014.

degustazione vino

Coldiretti pone l’accento, inoltre, sulla qualità del vino del Bel Paese, composta per oltre il 45 per cento dai 332 vini (Doc) e dai 73 vini (Docg) e quasi per il 30 per cento dai 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt). Tre bottiglie su quattro prodotte nella Penisola hanno un certificato di qualità e questo si riflette sulla crescente richiesta di etichette italiane all’estero. Le stime di Bruxelles sull’export rivelano che nei primi sei mesi del 2015 l’Italia è stata il Paese leader nelle esportazioni in termini di eccellenze Doc e Docg, rispettivamente con 3,780 e 3,305 milioni di ettolitri piazzati fra mercato Ue ed extra Ue. Al secondo posto c’è ovviamente la Francia con 3,095 milioni di ettolitri di Doc e 1,962 di Docg, poi la Spagna con 2,411 milioni di ettolitri di Doc e 1,070 milioni di ettolitri di Docg.
Non mancano però le note dolenti, dovute a una redditività ancora troppo bassa rispetto alla Francia. Commenta Pietro Ratti, presidente del consorzio di tutela “Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani”: «I dati quantitativi hanno poca rilevanza e sono solamente lo specchio delle condizioni naturali e meteorologiche in cui si è operato. Meriti di un paese o dell’altro non ce ne sono. Dopo averli eguagliati e superati anche nella qualità media del prodotto, dobbiamo, come viticoltori italiani, cercare di colmare il divario di redditività che ci divide dalla Francia».
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Monchiero, presidente del Consorzio di tutela dei vini del Roero: «Già tre anni fa avevamo assistito al sorpasso in termini quantitativi, ma i cugini d’oltralpe si sono dimostrati storicamente più bravi nel marketing. Sono convinto che nel corso di alcuni anni il divario di redditività possa essere colmato perché i nostri vini hanno nulla da invidiare a quelli francesi e il mondo se ne sta accorgendo».

Marcello Pasquero

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