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Il fiume Bormida sta meglio

Il fiume Bormida sta meglio

AMBIENTE Le condizioni di “salute” del fiume Bormida sono abbastanza buone, ma i timori espressi dagli amministratori un anno fa erano fondati e, soprattutto, non si deve abbassare la guardia. In estrema sintesi è ciò che emerge dall’indagine effettuata nel 2017 sul fiume da parte dell’Arpa e illustrata venerdì scorso, a Cortemilia, all’incontro della Scuola rurale della Valle Bormida, da parte del dirigente biologo dell’Agenzia regionale per l’ambiente Maurizio Battegazzore.

Lo studio è stato eseguito con tre campagne di rilevamento (invernale, tardo-primaverile e autunnale) analizzando la presenza nell’acqua di invertebrati e alghe. I prelievi sono stati effettuati in cinque punti: due a Cengio (una a monte del sito Acna e una immediatamente a valle, a Pian Rocchetta, al confine con Saliceto), uno a Levice (nei pressi del ponte), uno nell’abitato di Cortemilia e uno sul torrente Belbo, interessato come il Bormida dall’alluvione del 2016, ma ovviamente non coinvolto dai problemi ambientali causati dall’Acna.

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Il monitoraggio dell’Arpa si è svolto anche nelle vicinanze del sito ex Acna di Cengio.

Sul Bormida, la situazione peggiore è stata riscontrata nel periodo invernale, a pochi mesi dall’alluvione del novembre 2016, che aveva colpito duro anche nei pressi del sito di Cengio creando allarme tra amministratori e popolazione a causa dell’odore “di Acna” che si era tornato a sentire nella zona. Poi, nel corso dell’anno, le condizioni sono migliorate. «Conforta il fatto che, dopo l’alluvione che aveva sconquassato l’area, nel 2017 la situazione sia migliorata molto tra primavera, estate e autunno, stabilizzandosi sui valori che ci si attende in questa zona. In inverno le condizioni non erano ottimali, ma non erano come ai tempi dell’Acna. Le preoccupazioni di sindaci e popolazione, però, erano legittime», sottolinea Battegazzore.

Sulle cause del cattivo stato di salute del fiume a inizio 2017, il tecnico dell’Arpa sottolinea che è difficile dire se sia solo colpa dell’inquinamento causato dalle scorie dell’ex azienda chimica di Cengio, ma ammette che l’alluvione può aver rimesso in circolo sostanze inquinanti residue, anche se è difficile dire quale possa essere stato il loro impatto.

«L’alluvione è stata devastante, con alvei stravolti, alberi secolari abbattuti e l’ecosistema distrutto. In queste condizioni serve tempo per recuperare l’equilibrio ambientale. In ogni caso l’alluvione è servita a far emergere problematiche residue e avviare iniziative per correre ai ripari», aggiunge Battegazzore. Il riferimento è alle vicende che hanno interessato la zona nell’ultimo anno, dai sopralluoghi sul sito di amministratori e parlamentari, all’inquinamento riscontrato nell’area Merlo, esterna al sito, ma un tempo di proprietà dell’Acna, fino alla valutazione di impatto ambientale che sarà effettuata su parte del sito.

«In generale si può essere tranquilli. Il fiume Bormida ha avuto un recupero forte, oggi è nelle condizioni che ci si aspetta e la sua salubrità è più che accettabile», conclude il dirigente Battegazzore.

Corrado Olocco

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