È la fede che ci apre a potenzialità insperate

UN PENSIERO PER DOMENICA – 9 SETTEMBRE – XXIII TEMPO ORDINARIO

Il miracolo di Gesù che guarisce un sordomuto mette l’accento su un pericolo che minaccia tutti: vivere con orecchie e occhi chiusi. Le letture bibliche, proposte nella liturgia della XXIII domenica del tempo ordinario, lanciano questo allarme muovendo da situazioni molto concrete. Spicca al riguardo il brano di Marco (7,31-37), il Vangelo che più si avvic

ina alle narrazioni popolari. Ascoltando il miracolo della guarigione del sordomuto, si sente l’eco dei racconti che, attingendo alla memoria, facevano rivivere agli ascoltatori le reali vicende vissute con Gesù di Nazareth, menzionando anche alcune parole aramaiche da lui pronunciate (l’aramaico era la lingua parlata dai contemporanei di Gesù). Il talento narrativo di Marco, in questa pagina è particolarmente evidente.

È la fede che ci apre a potenzialità insperate
Gesù guarisce un sordomuto (dipinto veneto risalente al XVI secolo. Diocesi di Padova)

Ad aprire occhi e orecchi ha provato il profeta Isaia (35,4-7) che, rivolgendosi ai rimpatriati da Babilonia, fa notare le potenzialità nascoste in una situazione nuova e problematica, con un Paese e un tempio da ricostruire. Il linguaggio apocalittico, ricco di immagini, esprime bene le risorse della fede: dove gli occhi del corpo e della mente vedono problemi insolubili, la fede vede potenzialità insperate. Pensiamo all’urgenza di un simile sguardo, in un momento storico come l’attuale, in cui è frequente la sensazione di essere schiacciati dai problemi – economici, sociali e internazionali – del presente.

Efficacissimo, come sempre, Giacomo (2,1-5). Nel brano odierno l’apostolo punta il dito contro le ipocrisie frequenti nelle relazioni sociali, anche all’interno della nostra comunità cristiana: ossequi esagerati ai potenti e indifferenza fino al disprezzo per i poveri. Sul piano sociale le cose vanno anche peggio: tappeti rossi e porte spalancate ai ricchi e ai potenti di ogni colore; chiusura di porte e porti, lavori umilianti ai poveri e ai disperati.

Il miracolo di Gesù evoca il Battesimo e suona come una consegna per i battezzati. Noi sappiamo che proprio questo miracolo, in particolare la parola pronunciata da Gesù – effatà (in aramaico: apriti) – ha ispirato nei secoli la liturgia del Battesimo: «Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola». Il compito di ascoltare la Parola e di proclamarla, facendone risaltare tutte le sue potenzialità ed evidenziandone le implicazioni concrete, come esemplificato sopra, spetta dunque a tutto il popolo di Dio, cioè a tutti i battezzati.

Lidia e Battista Galvagno

Banner Gazzetta d'Alba