António Lobo Antunes e Il germoglio per il Grinzane

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CULTURA Il premio Bottari Lattes Grinzane ha designato António Lobo Antunes vincitore della sezione La quercia, dedicata a Mario Lattes e destinata a un maestro della letteratura mondiale. Venerdì 19 ottobre, alle 18, lo scrittore portoghese sarà al teatro Sociale di Alba per una lezione a ingresso gratuito, per la prima volta con traduzione simultanea.

Il riconoscimento gli sarà consegnato sabato 20, alle 16.30, nella sala conferenze del castello di Grinzane; sarà proclamato anche il vincitore della sezione Il germoglio, scelto da quattrocento studenti di 25 scuole. A valutare i libri dei cinque finalisti – il cinese Yu Hua, il russo Andreï Makine, l’italiano Michele Mari, il vietnamita Viet Thanh Nguyen e la canadese Madeleine Thien – anche un gruppo di ragazzi del liceo Leonardo da Vinci di Alba.

Per comprendere meglio l’opera di António Lobo Antunes, abbiamo intervistato Vittoria Martinetto, che ha tradotto in italiano la maggior parte dei suoi libri per Feltrinelli.

Come descriverebbe Lobo Antunes?

«È un profondo indagatore dell’animo umano, retaggio della sua specializzazione in psichiatria, e allo stesso tempo un fine artigiano della parola. Per lui il linguaggio ha un ruolo centrale, con una scrittura molto vicina al ritmo poetico, al quale affida immagini suggestive e inedite per la prosa. Nei suoi libri la costruzione della frase è fondamentale, anche dal punto di vista grafico, con vuoti che rimandano ancora ad altre sensazioni. L’elaborazione del linguaggio è talmente importante da superare persino la trama, che passa in secondo piano rispetto alla forza dei personaggi: che il protagonista sia una donna di mezza età, un ragazzino autistico o un transessuale, Lobo Antunes fa emergere dalle pagine un’umanità viva. Se si pensa a una metafora pittorica, i suoi libri potrebbero essere paragonati a quadri astratti. È questo l’aspetto che lo distingue dal connazionale José Saramago, che invece ha uno stile molto razionale».

Dal portoghese all’italiano, come si traduce un autore così introspettivo?

«Proprio per l’importanza che riveste il linguaggio, è molto complesso trasporre i suoi libri in un’altra lingua. Al di là della traduzione delle parole e delle frasi, ci sono molte sensazioni non dette, che emergono da determinate immagini e sono fondamentali per comprendere l’opera».

Per chi non conosce Lobo Antunes, come consiglia di avvicinarsi alla sua opera?

«La sua tecnica si è affinata negli anni, con immagini sempre più complesse. Per questo consiglio di cominciare dall’inizio della sua produzione, ad esempio con In culo al mondo, il primo libro pubblicato in Italia, con la traduzione di Antonio Tabucchi. Interessanti sono anche La morte di Carlos Gardel e Spiegazione degli uccelli. Credo che sia importante avvicinarsi a questo autore in modo graduale e poi lasciarsi trasportare dalla sua scrittura, che riesce a trasmettere sensazioni che tutti abbiamo provato nella vita. Per Lobo Antunes, infatti, i personaggi diventano quasi la voce del lettore, che è chiamato a vivere il libro in modo attivo».

Francesca Pinaffo

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