Possiamo rinunciare completamente al denaro?

Possiamo rinunciare completamente al denaro?
La parabola del giovane ricco, da una miniatura di Cristoforo De Predis, risalente al XV secolo.

UN PENSIERO PER DOMENICA – XXVIII TEMPO ORDINARIO – 14 OTTOBRE

Molte pagine della Bibbia dovrebbero essere introdotte dal passo odierno della lettera agli Ebrei: «La parola di Dio è viva, efficace, e più tagliente di una spada a doppio taglio» (4,12). Pensiamo all’immagine di Gesù nel Vangelo di oggi: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio» (Mc 10,24). Noi però dobbiamo misurarci con questi testi, consapevoli che la Parola è come il bisturi che cura e salva.

Le condizioni per seguire Gesù. Stiamo meditando, da alcune domeniche, i capitoli del vangelo di Marco in cui, dopo la confessione di Pietro, vengono elencate le condizioni per seguire Gesù: prendere su di sé la croce, farsi piccoli, rinunciare alla competizione per il potere. Oggi, nel brano noto come l’incontro tra Gesù e il giovane ricco – anche se il termine “giovane” compare solo nel vangelo di Matteo – l’attenzione è posta sul rapporto con la ricchezza. All’uomo che si dichiara disponibile a seguirlo, Gesù chiede di rinunciare a tutto: di vendere i beni e donare il ricavato ai poveri. L’uomo non se la sente di fare una simile rinuncia per cui «se ne andò rattristato».

Possiamo rinunciare completamente al denaro?
La parabola del giovane ricco, da una miniatura di Cristoforo De Predis, risalente al XV secolo.

Ha ancora senso, oggi, la richiesta di Gesù? È una domanda terribilmente concreta e provocatoria, se non vogliamo edulcorare il Vangelo spiegando che l’importante è non attaccare il cuore ai soldi o lasciando che a “sporcarsi le mani” siano altri. A differenza di quanto avveniva ai tempi di Gesù e anche dalle nostre parti fino a cent’anni fa, noi viviamo in una società in cui è impossibile fare a meno del denaro, perché purtroppo tutto è diventato merce. Anche l’ordine religioso più radicale, se usa energia elettrica e telefono, deve maneggiare soldi! Per affrontare un problema di questa portata non basta l’umana prudenza; ci vuole la sapienza, il dono di Dio chiesto e ricevuto da Salomone (Sap 7,7) e, in ultima istanza, ricordare che la salvezza è dono gratuito di Dio: per lui l’impossibile è possibile.

Non possiamo però cancellare le parole del Vangelo. Certamente sono un campanello d’allarme contro il pericolo che il denaro prenda il primo posto nella nostra vita, che diventi il nostro padrone, il nostro Dio. Ecco il primo passo che la sapienza ci suggerisce. Poi c’è la richiesta di Gesù ai discepoli: chi si mette alla sua sequela scopre che, oltre i beni materiali, ci sono valori umani e spirituali che rendono la vita piena e bella. Un giusto rapporto coi soldi è possibile se si scopre che ci sono altre realtà umane e spirituali che danno senso e pienezza alla vita.

Lidia e Battista Galvagno

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