Cervella: convincerò con lavoro e onestà

Cervella: convincerò con lavoro e onestà

Lo dice il candidato che il centrosinistra ha scelto per la sfida elettorale cittadina: «Sento l’energia e la forza per affrontare la prova. L’età porta saggezza per risolvere i diversi problemi»

L’INTERVISTA «Mi hanno criticato dicendo che sono troppo vecchio per fare il sindaco. Lo accetto solo a metà: sono vecchio –lo dice l’anagrafe –, ma non troppo vecchio per fare qualcosa di buono per questa città, che mi ha dato tanto».

Il centrosinistra albese ha appena calato la carta del candidato, come Gazzetta d’Alba ha anticipato sul finire dello scorso anno. Si tratta dell’imprenditore Olindo Cervella, che mira a ricevere l’eredità di Maurizio Marello ed è pronto ad accettare la sfida puntando a portare dalla sua anche i più acerrimi detrattori: «Li convincerò con onestà, lavoro e correttezza», dice.

L’uomo che ha salvato dal dissesto negli anni addietro l’agenzia di formazione professionale Apro vuol stare fuori dalla bagarre, tanto che sugli avversari commenta: «Se i nomi saranno quelli trapelati negli ultimi giorni, sono sicuro che sarà una gara tra signori». L’ex presidente confida inoltre un sogno che riguarda l’ospedale San Lazzaro. Ma ecco come ha risposto alle nostre domande.

Cervella, finalmente! Eravamo rassegnati a chiudere l’anno senza conoscere il nome dei candidati a sindaco (l’intervista è stata realizzata a fine dicembre 2018).

«In effetti, solitamente, a dicembre il nome dei candidati a sindaco per la primavera è noto da tempo, ma questa tornata è più incerta. Voglio pensare positivo, cioè che il ritardo sia dovuto a una maggiore ponderazione».

Perché ha deciso di accettare la sfida a sindaco per il centrosinistra?

«Fin dall’inizio ho notato una notevole incertezza sui candidati nel centrosinistra e così ho dato la mia disponibilità, dicendo: “Non chiedo nulla, se volete puntare su di me sono qui”; sono stato scelto. Mi sono candidato per la mia storia: con questo territorio ho un grosso debito. Sono immigrato da Mondovì ad Alba nel 1955. Mia madre arrivò, vedova, con otto figli al seguito: il più piccolo aveva otto mesi, il più grande 15 anni, io ero il terzo. Mio padre era morto per un incidente sul lavoro: mia madre, allora, si è rivolta all’Ente comunale assistenza. Mi sono sempre chiesto come sarebbe andata se invece che Alba la nostra meta fosse stata un’altra. Ma è andata bene e ora voglio sdebitarmi con questa città, che mi ha dato davvero tanto».

Quale situazione erediterà da Maurizio Marello?

«Su circa ottomila Comuni in Italia, Alba è fra gli 80 senza debiti. In dieci anni di amministrazione non ci sono stati conflitti d’interessi e si è affrontata la crisi peggiore dal dopoguerra. Accetterò l’eredità in toto, quindi anche per gli aspetti negativi, come la viabilità, il traffico e i parcheggi: non abbiamo soluzioni miracolose, ma lavorando sodo si potrà sicuramente migliorare».

Teme in modo particolare qualcuno dei suoi avversari?

«No, ho rispetto di tutti, ma non temo nessuno. Garantisco onestà e correttezza, dall’altra parte vedo nomi interessanti, persone perbene, quindi mi approccerò con la mano destra tesa e un ramo d’ulivo nella sinistra. Spero sia una campagna elettorale di progetti e idee e non di critica degli avversari. Se sarò provocato o denigrato non starò passivamente a subire, ma spero non avvenga».

Le prime critiche sono comparse sulla pagina Facebook di Gazzetta all’annuncio della sua candidatura e a onor del vero riguardavano quasi tutte la sua età: che cosa risponde a chi l’accusa di essere troppo anziano?

«Me lo aspettavo. Non posso nascondermi dietro un dito: per l’anagrafe sono vecchio, ma mi hanno criticato dicendo che sono troppo vecchio. Ed è sul troppo che ho da eccepire. Sento l’energia e la forza per affrontare questa sfida. L’età porta saggezza ed esperienza nel risolvere i diversi problemi».

Quali saranno le linee guida del suo programma, Cervella?

«Le parole chiave saranno legalità, lavoro, etica e anche ambiente. Da questi macrotemi si partirà tenendo presente che  il buco nella strada non è di destra o di sinistra, è semplicemente un problema da risolvere. L’inquinamento non è di destra o di sinistra».

Ecco che emerge la sua radice dal mondo delle liste civiche: ma quanto influirà sulle amministrative la situazione nazionale della politica?

«Credo che a livello locale le ideologie abbiano molta meno importanza. Il vento nazionale soffia verso la destra, ma a livello locale conta di più la capacità di saper risolvere i problemi, conta di più l’essere inattaccabile dal punto di vista etico. I miei modelli sono Beppe Sala per quello che sta facendo a Milano e due sindaci come quelli di Parma e Velletri: Pizzarotti e Pascucci».

A proposito di politica nazionale, come la pensa sul decreto sicurezza? Lei ha partecipato alla marcia contro Salvini?

«Sì, ho partecipato convintamente: nella mia adolescenza sono stato un emarginato, ho vissuto per sette anni come ospite del Ricovero poveri giovani, quello che oggi si chiama ad Alba istituto Ferrero. Istintivamente mi sento solidale con gli emarginati, con chi soffre. Solidarietà e integrazione devono andare però nella direzione di chi vuol essere aiutato e integrato, nel rispetto della legalità che mai può venir meno».

Marcello Pasquero

Banner Gazzetta d'Alba