Grandi Langhe, l’Albese alla portata del mondo

Grandi Langhe, l’Albese alla portata del mondo

I duemila ospiti tra comunicatori e addetti ai lavori hanno apprezzato le novità, come la scelta di allargare la proposta ai vini Langhe. Il 2019 per la Regione è l’anno del Dolcetto

ALBA Grandi Langhe 2019 ha colpito nel segno. La rassegna, promossa dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio del Roero, il 28 e 29 gennaio ha presentato al mondo i vini di Langa e Roero. Nell’Albese sono arrivati almeno duemila tra sommelier, compratori e altri operatori del settore, oltre a giornalisti e influencer.

Grandi Langhe, l’Albese alla portata del mondo 2

La soddisfazione degli organizzatori sta nelle parole del presidente del consorzio albese Matteo Ascheri: «Per questa edizione abbiamo voluto posizionarci come prima anteprima dell’anno, rischiando qualche inconveniente meteorologico, ma favorendo anche le esigenze e le agende dei professionisti ai quali questa manifestazione era rivolta. Forti degli ottimi risultati che Grandi Langhe ha portato, stiamo già pensando al futuro: in particolare ai prossimi eventi del 2019 – dichiarato dalla Regione Piemonte anno del Dolcetto – e alla prossima edizione».

Abbiamo già detto della novità del periodo, ma non è stata l’unica. Anche i vini hanno introdotto fatti nuovi, dando la possibilità ai produttori di presentare fino a sei vini tra tutte le denominazioni. Una scelta che ha creato una sinergia anche con vini come i vari Dolcetto, che in questi anni non godono di un mercato vivace.

Grandi Langhe, l’Albese alla portata del mondo 1

E poi c’è stata la collocazione: tutto è stato concentrato in un solo spazio, anche per limitare i rischi atmosferici, ma il palazzo mostre e congressi Giacomo Morra di Alba ha risposto alle aspettative di organizzatori, espositori e visitatori: sarebbe utile un po’ di spazio in più, soprattutto per coinvolgere un maggior numero di produttori rispetto ai 206 accolti e per ricevere più degustatori, ma la dotazione attuale di Alba è questa e bisogna prenderne atto. Nei mesi scorsi erano circolate notizie circa una possibile nuova struttura espositiva realizzabile grazie all’intervento di Banca d’Alba, ma al momento non c’è ancora nulla di concreto.

Per quanto concerne il periodo, qualcuno ha segnalato problemi legati alla prontezza dei vini in degustazione, soprattutto per le nuove annate. Ma questo è un limite che va affrontato e risolto con decisioni aziendali, scegliendo magari vini spillati dalla vasca oppure proponendo annate già affinate come indicatori di uno stile produttivo che sarà riproposto anche dai millesimi più giovani. Tra i circa duemila professionisti del vino registrati a Grandi Langhe vanno ricordati i 21 sommelier con meno di 35 anni provenienti da dieci nazioni, i 150 tra giornalisti e influencer, i tantissimi ristoratori, italiani e stranieri, e ogni altro tipo di operatore, dagli importatori ai distributori, dagli enotecari ai rappresentanti e ai broker.

Molto significativa è stata anche la presenza italiana e questo è oltremodo importante, in un momento in cui il mercato di casa nostra sembra essere stato messo in secondo piano da molti produttori della nostra area. Continuare a sottovalutare il mercato italiano potrebbe lasciare spazio nel cortile di casa a prodotti di altre zone e questo potrebbe determinare nel medio periodo pericolosi effetti sull’immagine e sull’identità dei nostri vini anche nel contesto globale.

Grande successo è stato decretato anche per i seminari dedicati ai vitigni e alla geologia della zona, a conferma che il bisogno di informazione e di formazione non conosce limiti né confini.

Giancarlo Montaldo

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